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Confronto sull'evidenza scientifica sugli imballaggi in plastica

di TMNews giovedì 20 novembre 2025
2' di lettura

Roma, 20 nov. (askanews) - Presso il dipartimento di Economia Aziendale dell'Università Roma Tre, è andato in scena il convegno "Evidenze scientifiche e percezioni sugli imballaggi in plastica: un confronto necessario", promosso dall'Osservatorio Plastica e dalla stessa università. Un incontro che ha riunito imprese, comunicatori scientifici, associazioni ambientaliste e dei consumatori per un confronto su come si costruisce un'informazione attendibile su un materiale tanto diffuso quanto discusso. E' intervenuto così in merito Carlo Alberto Pratesi, Professore ordinario di Marketing, Innovazione e Sostenibilità dell'Ateneo: "Di plastica si parla molto, a volte a sproposito, a volte con competenza. Di certo le persone sono interessate a capire meglio quali sono le problematiche, quali sono i rischi e quali sono le opportunità legate alla plastica, in particolare al packaging. L'università ha il compito di fare chiarezza con dati scientifici, con ricerche, spiegando bene quali sono le differenze, banalmente anche tra i vari tipi di plastica e quindi i vari modi per renderla sostenibile. Quindi diciamo fa un po' da produttore di dati che poi devono essere divulgati per consentire alle persone di capire bene qual è il problema legato alla plastica".

Con IPPR è stata poi presentata un'indagine che ha permesso di fornire un'immagine aggiornata sull'impiego della plastica riciclata in Italia, confermando una filiera dinamica e tecnologicamente avanzata. A parlarne sono stati Maria Cristina Poggesi, direttore dell'Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo (IPPR) e Davide Pollon, Responsabile Ricerca e Sviluppo di COREPLA: "Siamo qua per dimostrare che la plastica in Italia viene raccolta, riciclata e davvero riutilizzata per creare nuovi oggetti, in particolare nuovi imballaggi che sono oggetto di tante normative a livello europeo e nazionale. Siamo qua per creare consapevolezza su quella che è un'eccellenza italiana. Quindi non soltanto il riciclo. Noi sappiamo sempre da tante notizie che l'Italia è al top nel mondo del riciclo ma è al top anche nel mondo del riutilizzo, nell'impiego delle plastiche riciclate" ha dichiarato Poggesi. "Se vogliamo raggiungere gli obiettivi sfidanti europei, non è più sufficiente andare a raccogliere imballaggi in plastica, ma dobbiamo investire in ricerca e sviluppo. Dobbiamo comunicare in maniera corretta, dobbiamo trovare nuove applicazioni per la plastica riciclata e, specialmente, basare tutti i dati e tutta quella che è anche una cosa di comunicazione su fatti tecnici, su fatti scientifici e quindi l'importanza della ricerca e sviluppo, dell'innovazione e la collaborazione tra tutti gli enti, dalle aziende, dai comuni cittadini e dagli stakeholder. Solo così si potranno poi effettivamente raggiungere gli obiettivi e prendere delle decisioni su base tecniche e scientifiche" ha aggiunto Pollon.

Nella seconda parte del convegno, dedicata a "Comunicare la scienza", si è invece esplorato il ruolo dei media nella costruzione dell'immaginario pubblico. Come evidenziato, la comunicazione rischia troppo spesso di polarizzare il dibattito. C'è bisogno quindi di un dialogo costante tra tutti i mondi, da quello accademico a quello delle industrie, per superare percezioni distorte e agevolare scelte più consapevoli per la transizione ecologica.

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"Abbiamo trattato questo tema così delicato e importante attraverso un cortometraggio - spiega il regista, Alessandro Guida - la storia di un corto, una sorta di metafora. Abbiamo raccontato questa patologia attraverso il parallelismo con la storia di una classe dove ogni compagno di classe rappresenta un organo diverso e il protagonista è il paziente che in qualche modo ha smesso di frequentare e ascoltare i propri compagni di classe come ha fatto con i suoi organi. Invece attraverso una rimpatriata con i suoi compagni di classe anni dopo, apprende l'importanza di tenere tutti vicini e connessi e di tornare ad ascoltare tutti".

L'iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio di Farmindustria, mette al centro le patologie cardio-renali-metaboliche, condizioni strettamente interconnesse che si influenzano reciprocamente: la presenza di una aumenta infatti la probabilità che se ne sviluppino altre. La campagna vuole così accendere i fari sull'importanza della prevenzione, attraverso un linguaggio inedito, intrecciando cinema e musica.

"Vogliamo entrare nelle case degli italiani non con una paura - sottolinea Nedim Pipic Presidente Boehringer Ingelheim Italia - ma con una consapevolezza e un messaggio semplice: che la prevenzione è un diritto, ma anche un dovere verso noi stessi. E' importante ricordare che ciò che conta davvero non è il costo economico, ma quello umano, perché ogni diagnosi tardiva, ogni occasione persa, ogni vita che avrebbe potuto cambiare la direzione, può aiutare se c'è una consapevolezza delle malattie cardiorenali metaboliche perché la verità è che la diagnosi precoce cambia tutto".

In Italia sono 24 milioni le persone che convivono con almeno una malattia cronica; di queste, 11,6 milioni con la condizione cardio-renale-metabolica e 4 milioni con una forma di danno renale cronico. Solo la malattia renale cronica ha un impatto di 2,5 miliardi di euro l'anno, pari al 2% dell'intero bilancio del Servizio Sanitario Nazionale. E' urgente assicurare una presa in carico tempestiva dei pazienti affetti da patologie cardio-renali-metaboliche. "Tutto quello che riesce a far comprendere l'importanza di tenersi in forma, di avere cura di se stessi, va solo che bene. E il cinema è una modalità molto semplice per arrivarci", conclude Massimo Garavaglia Presidente Commissione Finanze.

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