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Matteo Salvini ad Afragola per l'emergenza criminalità. I napoletani: "Vieni anche da noi"

di Giulio Bucchi domenica 20 gennaio 2019
3' di lettura

«Napoli e Afragola hanno avuto un’escalation di violenza che - in 20 giorni - ha portato a otto bombe nel comune dell’hinterland e un altro ordigno alla pizzeria Sorbillo in città. Il ministro dell’Interno ha mostrato grande sensibilità nel convocare un Comitato di ordine e sicurezza in provincia per fare il punto con le massime cariche delle forze pubbliche, questore, prefetto, comandante di carabinieri e guardia di finanza per dare risposte concrete». Gianluca Cantalamessa, parlamentare della Lega, risponde così ai tanti napoletani che oggi sono trepidanti, a poche ore dall’arrivo ad Afragola del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il leader della Lega non è riuscito ad inserire Napoli nella sua fitta agenda di impegni istituzionali. La sua visita ad Afragola arriva dopo gli ultimi episodi di cronaca che hanno colpito uno dei nomi più famosi al mondo nel campo della ristorazione, Gino Sorbillo. Ma anche, va detto, tanti commercianti e pizzaioli del centro storico, finiti nel mirino del racket durante le feste di Natale (come Mario Granieri e Biagio D’Antonio a Forcella). Sembra però che la prima e quasi sicuramente unica tappa del vice premier oggi sarà Afragola, comune dell’hinterland partenopeo, dove nelle ultime due settimane il racket ha fatto esplodere ben quattro ordigni contro negozi. Eppure i napoletani, specie quelli del centro storico, dove in questo momento i baby boss scalpitano per riprendersi i territori comandati un tempo dai vecchi capoclan, attendono che il ministro si faccia vedere anche nel cuore antico di Napoli. «Perché non viene anche da noi - è il coro unanime dei cittadini di Forcella e Tribunali - qui c’è bisogno della presenza forte dello Stato. Non ce la facciamo più». Lo stesso appello viene dalle associazioni. «Da soli non possiamo farcela», dice Gianfranco Wurzburger di Assogioca. «Sono mesi che cerchiamo di far sentire la nostra voce: abbiamo proposto anche un “contratto di quartiere” per cercare di coinvolgere tutte le istituzioni - dalla Municipalità al Governo centrale - per stimolare un’azione congiunta e coordinata che possa cercare di risollevare questi territori». Wurzburger parla di interventi ad ampio raggio: «non soltanto relativi alla sicurezza, alla polizia, alle telecamere di sorveglianza. Occorre potenziare le attività commerciali, incrementare l’economia sostenendo le politiche sociali. Solo così sarà possibile una vera rinascita di questi territori». Gli fa eco Giuseppe Perna, presidente dell’associazione Annalisa Durante: «Quando sentiamo parlare di “baby boss” o di “baby gang” ci rattristiamo molto perché “baby” significa “bambino” ed è sinonimo di innocenza. Utilizzare un termine così puro per descrivere fenomeni di violenza e di delinquenza ci deve allarmare tutti. Abbiamo bisogno di sostegno perché le iniziative proseguano nel tempo e si rafforzino sempre di più. Forcella è Napoli e ha bisogno di tutti». Per Luigi Marsano, dell’associazione I Teatrini: «Bisogna occupare tutti gli spazi possibili con le nostre attività per bambini, giovani, famiglie, turisti, senza cedere alla disperazione di sentirsi isolati. E gli enti devono investire sempre più sulla presenza delle realtà associative e culturali, come presidi di legalità, spazi pubblici sempre aperti. Chiediamo però a chi di dovere di garantire controllo e sicurezza per il nostro lavoro». «Ma è giusto anche precisare che Salvini è quello che ha fatto di più negli ultimi anni - tiene a precisare Cantalamessa - Ricordiamo che col decreto sicurezza abbiamo sbloccato la graduatoria nonostante lo stato di dissesto del Comune di Napoli, potendo assorbire altri 96 agenti della polizia municipale e con l’invio di altri poliziotti e carabinieri in pianta stabile. Inoltre l’aumento di videosorveglianza e il potenziamento dell’agenzia dei beni confiscati alla mafia indicano il livello di sensibilità e di attenzione di questo ministro e di questo Governo alla sicurezza e al ripristino di uno Stato di diritto nella nostra provincia», conclude. di Giuliana Covella Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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