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Halle, Stephan Balliet e la strage in diretta alla sinagoga: "Accidenti, è chiusa. Sono un fallito"

di Giulio Bucchi venerdì 11 ottobre 2019
2' di lettura

"Non era in pace con sé stesso, né con il resto del mondo, dava sempre agli altri la colpa". La Germania è ancora sotto choc per l'attentato di Stephan Balliet, il 27enne suprematista bianco tedesco che mercoledì ha seminato il panico a Halle, in Sassonia, cercando di compiere una strage in sinagoga. È il padre, intervistato dalla Bild, a delinearne il profilo psicologico: "C'erano sempre discussioni, la mia opinione non contava. Non riesco più a comunicare con lui".  Un lupo solitario, con evidenti squilibri psicologici, ma con un progetto criminale lucidissimo, sventato solo da qualche calcolo sbagliato. In tuta militare neonazista, armato di granate e armi automatiche prodotte in casa, Balliet ha pensato di trasmettere in diretta la strage, collegandosi con un sito di videogiochi online. Le immagini sono state viste da oltre 2.000 utenti. Nel video il terrorista parla al pubblico, presentandosi come "Anon" e spiegando di "non credere all'Olocausto" e definendo gli ebrei "l'origine di tutti i mali". Tenta di entrare nella sinagoga, poi si sfoga: "Accidenti, è chiusa". Torna all'auto, visibilmente deluso: "Sono un fallito". E così, come testimoniano le immagini delle telecamere pubbliche, cambia obiettivo e spara a caso contro una passante e un cliente di un ristorante etnico vicino alla sinagoga. Solo per un caso non è stata una carneficina, anche perché nel tempio ebraico c'erano 80 fedeli in preghiera per lo Yom Kippur. Su Internet, è spuntato anche il "manifesto" di Balliet, dieci pagine in cui mostra e descrive le foto di armi e munizioni utilizzate nell'attacco. Nel documento, scovato su Twitter da Rita Katz di Site, si indica come obiettivo quello di uccidere il maggior numero possibile di "non-bianchi", preferibilmente ebrei. Apparentemente il documento è stato realizzato il primo ottobre. Tra gli obiettivi che sono indicati nel documento, quello di rafforzare il morale degli altri bianchi oppressi. La scelta della sinagoga di Halle dipende dalla relativa vicinanza alla sua abitazione - 45 minuti - e il giorno dalla festività ebraica.

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