CATEGORIE

Iran, Ashkan Rostami: "Trump decisivo. E 8 iraniani su 10 contrari al regime"

di Maurizio Stefanini martedì 24 giugno 2025

5' di lettura

«Mi chiamo Ashkan Rostami, ho vissuto 25 anni in Iran, e poi nel 2015 sono arrivato in Italia. In questi 10 anni ho fatto sempre attività politica, sia a livello italiano che a livello di opposizione iraniano. Ma nel 2009 avevo già partecipato alle manifestazioni di Onda Verde, dove ho perso anche due amici. Uno è stato ucciso dalle Guardie Rivoluzionarie durante una protesta. L’altro è stato arrestato, e poi il suo corpo è stato restituito dopo tre mesi. Sono arrivato in Italia con visto di studio per studiare informatica. Adesso lavoro come informatico anche in Italia».

Così si presenta uno degli esponenti dell’opposizione iraniana più intervistato dalla stampa italiana in questi ultimi giorni, come esponente del Partito Costituzionalista dell’Iran e del Consiglio di Transizione.
«Il Partito Costituzionalista è il più antico dei partiti che lottano per la monarchia costituzionale in Iran. È membro del Consiglio di Transizione che è invece non una coalizione, ma un insieme di diversi partiti e forze politiche di opposizione iraniano: di destra, di sinistra e anche etnici. Sta provando, anche in questi giorni, a dare una mano per arrivare appunto a una transizione».

E che succede con il bombardamento Usa? 
«Tutti in questi giorni ci aspettavamo che gli Stati Uniti entrassero in guerra. Il lavoro che Israele stava portando avanti era difficile che raggiungesse almeno uno dei suoi obiettivi, senza il supporto degli Stati Uniti. Per fortuna, finalmente il presidente Trump ha deciso di entrare in questa guerra. Probabilmente, se la Repubblica Islamica non risponde, il ruolo degli Stati Uniti finisce qui. Abbiamo sentito i commenti del Presidente Trump che le porte per fare negoziati sono ancora aperte. Il Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, che si trova a Istanbul, ha detto che mentre stavano negoziando siamo stati attaccati, ma a questo punto ormai conta poco. Un obiettivo principale di Israele grazie all’aiuto americano è stato raggiunto. Comunque, ciò direttamente non ha effetti su noi dell’opposizione. Alla fine uno dei nostri punti era chiudere tutti i siti nucleari in Iran, dopo un’eventuale presa di potere. Finora, comunque, non ci sono report su materiali radioattivi usciti dai siti nucleari». 

Ayatollah, alle origini del termine che spaventa il mondo

Il termine ayatollah, adattamento della pronuncia persiana di un vocabolo arabo, e il cui acclimatamento italiano (aiato...


Ma quali sono le prospettive per questa transizione con quello che sta succedendo? Da una parte c’è un’ipotesi secondo la quale questa situazione darà un colpo importante e forse decisivo al regime. Dall’altra c’è anche un’altra interpretazione secondo la quale invece potrebbe rafforzarlo, perché comunque quando la propria patria è aggredita uno si stringe al regime, qualunque esso sia. 
«Se il regime riesce a fare un accordo sulla questione nucleare con gli Stati Uniti o con l’Unione Europea in teoria potrebbe anche rafforzarsi. Ma che Khamenei continui così mi sembra un po’ improbabile. Se viene sostituito e anche eliminato da Israele, c’era l'ipotesi che andasse al suo posto il figlio Mojtaba, che è una persona anche più radicale e aggressiva del padre».

Adesso sembrerebbe però avere designato altri tre eredi... 
«È un chiaro errore strategico, perché dà a Israele obiettivi da eliminare. Ma anche altri incarichi importanti del regime stanno designando successori. E comunque è chiaro che Khamenei ha paura per la sua vita, e anche per il suo regime. Probabilmente anche per il figlio. Tant’è che non sta usando più mezzi di comunicazione come telefoni o cellulari, ma si sta servendo di messaggeri personali. Ovviamente noi preferiremmo uno scenario in cui il regime venga invece totalmente sostituito da un altro tipo di governo democratico e libero. In una prima fase il potere dovrebbe essere preso dalla popolazione, o da un misto tra la forza della popolazione e la forza militare di Israele e Stati Uniti. Questo regime viene poi sostituito da un governo di transizione, che costituisce un comitato nazionale di liberazione per arrivare a elezioni libere con sorveglianza di tutti gli enti internazionali. Sarà a quel punto il popolo iraniano a decidere se vuole una monarchia costituzionale, una repubblica o qualsiasi altro tipo di governo».

Ma l’opposizione cosa sta facendo in questo momento dentro all’Iran? Ci sono delle voci difficili da controllare sul fatto che ci sarebbe gente che esulta per gli attacchi, e altre secondo cui invece, di fronte agli attacchi, anche gente ostile al regime starebbe manifestando a favore... 
«Noi come forza di opposizione abbiamo ovviamente attivisti che sono dentro l’Iran. Purtroppo in questi giorni alcuni sono stati anche arrestati, però altri sono ancora liberi. Ci stiamo organizzando per vedere quando sarà il momento opportuno per portare il popolo in piazza per far crollare il regime con la forza della popolazione. Almeno l’80-90% degli iraniani sono contro il regime, per diversi motivi. Sia politici, sia economici. Ovviamente tra di loro c’è anche gente che giustamente ha paura, trovandoci in una situazione di guerra. Anche se Israele ha eliminato una buona parte della sua dirigenza, la Guardia Rivoluzionaria continua a sostenere il regime, che ha anche altri appoggi popolari. Ma in tutto non arrivano al 10% degli iraniani. Il regime in questi giorni prova a dimostrare di avere ancora un sostegno di massa, ma le immagini che sono arrivate dopo la preghiera di venerdì mostravano un numero anche più basso di questo 5%. Ovviamente per il periodo di transizione abbiamo previsto anche delle persone che sicuramente rimarranno per motivi ideologici ancora collegate al regime, abbiamo anche dei piani per come gestire tutte queste persone».

Iran, Trump lancia l'operazione "MIGA": cambio di regime a Teheran

"Perché non può esserci un cambio di regime?". Lo dice così, nel suo modo diretto e bruta...


Ci sono anche altre componenti dell'opposizione. Dai Mojhaedin ai gruppi etnici... 
«La posizione del Consiglio di Transizione è ovviamente creare un campo politico tra tutte le forze di opposizione. Ma i Mojahedin del popolo per la loro storia, per il ruolo che hanno avuto nel 1979 quando è nata la Repubblica Islamica e per il modo in cui si sono schierati con l’Iraq durante la guerra, non hanno una base popolare. Sulle forze etniche, il 60% degli iraniani sono persiani. Tra il 40% di minoranze, turchi, curdi, arabi, beluci e anche altri, la maggior parte fortunatamente da anni non fanno più lotta armata, che ci preoccuperebbe. Sono forze pacifiche che vogliono partecipare alla costruzione del futuro dell’Iran, e sicuramente avranno un ruolo».

Quindi voi siete contro la lotta armata all’attuale regime? 
«Non posso dire né sì né no, ma il problema è che la caratteristica dei partiti tipo Mojahedin o alcuni partiti curdi, arabi e turchi era quello di volere sempre fare la lotta armata per avere dei diritti. Noi diciamo che per il futuro abbiamo bisogno di forze politiche in grado fare battaglie civili pacifiche».

Ma nel modello di Iran che volete costruire quale sarebbe il ruolo della regione islamica sciita? 
«Una cosa su cui praticamente quasi tutte le forze di opposizione sono d’accordo è che la religione dovrà restare un fatto privato dei cittadini. La libertà di culto dovrò essere garantita, ma il governo non dovrà basarsi mai più sulla religione, anche perché il risultato di uno Stato basato sulla religione lo abbiamo visto in questi 50 anni».

tag
iran
khamenei
ashkan rostami
donald trump

In diretta Iran in tilt, come annunciano il cessate il fuoco sulla tv di Stato

Giorgia Meloni bruciata in piazza: la follia dei pacifisti a Napoli

Occhio al caffè Capezzone, "il doppio dividendo di Trump". E occhio all'intervistona di Conte

Ti potrebbero interessare

Iran in tilt, come annunciano il cessate il fuoco sulla tv di Stato

Giorgia Meloni bruciata in piazza: la follia dei pacifisti a Napoli

Capezzone, "il doppio dividendo di Trump". E occhio all'intervistona di Conte

Bignami zittisce la sinistra in aula: "Meloni non farà come D'Alema"

Iran, gli arabi si godono la fine del nemico sciita

Grande preoccupazione» è il più gettonato dei commenti tra i Paesi arabi costretti dalle circostanze...
Carlo Nicolato

Iran, la diretta. Trump: "Cessate il fuoco totale, la guerra dei 12 giorni è finita"

Dopo il contrattacco (preannunciato) dell'Iran contro le basi militari Usa in Qatar arriva il giorno del "cessa...

Dan Caine, "ucciderò per lei": il generale pronto a tutto per Trump

La foto di Dan Caine nella Situation room intento a spiegare a Donald Trump i dettagli dell'operazione in corso in I...

Iran-Trump, Alexander B. Gray: "Cosa sta succedendo dietro le quinte"

"Non è ancora chiaro quando sia stata presa la decisione, ma conoscendo il presidente, credo che volesse evi...