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"Ecco perché Salvini non andava processato, cos'è successo in Giunta": il retroscena di Gasparri

sabato 21 dicembre 2024
2' di lettura

Il giorno dopo l'assoluzione di Matteo Salvini sul caso Open Arms, Maurizio Gasparri ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Il presidente dei Senatori di Forza Italia ha ricordato che, ai tempi in cui presiedeva la Giunta per le immunità, fu incaricato di preparare una relazione sul caso Open Arms. E in quel documento veniva mostrato ciò che è stato ufficializzato nella sentenza: Salvini ha agito da ministro dell'Interno nell'interesse della nazione.

"Nella 18esima legislatura sono stato presidente della Giunta per le immunità parlamentari, che si occupò del caso Salvini ministro dell'Interno. Di tre casi. Il caso della nave Diciotti, il caso della nave Open Arms, il caso nella nave Gregoretti. Per quanto riguarda Open Arms, io feci una relazione in Giunta... ho ritrovato anche le carte, che ho ovviamente nel mio ufficio. La mia relazione diceva che Salvini aveva agito in quanto ministro rispettando le norme costituzionali. Questo doveva accertare la Giunta e il Senato. Se era un'azione fatta da ministro. Ed era ovvio, perché un normale cittadino non può bloccare uno sbarco. E poi se questa azione fatta da ministro fosse conferme ai principi costituzionali. Nel 2020 viene approvata la mia relazione, che dice che Salvini è innocente. Poi andiamo in Aula, invece, il 30 luglio del 2020 la mia relazione non raggiunge i 161 voti, la maggioranza assoluta dell'epoca. Ma perde: 149 a 141. Quindi si avvia un processo, che era stato chiesto da alcuni magistrati. Avevano chiesto di fare un processo la dottoressa Lucia Fontana, la dottoressa Caterina Greco e la dottoressa Maria Ciringione. E chiedono il giudizio. Ottengono il giudizio. La procura della Repubblica di Palermo prima retta da Lovoi, poi retta da De Lucia chiede sei anni di condanna. Ma si dimetteranno dalla magistratura?"

E ancora: "Questi altri che chiedono un processo che io con una relazione ampia, giuridica e documentata, approvata in Giunta e poi non approvata dall'Aula del Senato. Ebbene io avevo motivato giuridicamente, costituzionalmente quello che ci sarà scritto nella motivazione della sentenza, che ha detto che non sussiste il fatto. Non c'è stato proprio nessun evento che potesse essere considerato un reato. Questa è la mia relazione che era giusta. Si risparmiavano cinque anni di processi, udienze, spese, soldi voluti da quelli che hanno bocciato la mia relazione, facendo un atto di giustizia politica. Perché i grillini alleati di Salvini votarono a favore di Salvini sul caso Diciotti. Quando non erano più alleati di Salvini votarono contro. E in giunta alcuni non si uniformarono a questo uso politico del loro voto per perseguitare quello che in quel momento era un avversario. Avevo ragione io con la mia relazione. Avevano torto i magistrati di Palermo. Ha in maniera gigantescamente torto la procura di Palermo. Dimissioni! Si è infamata una persona, si è fatto perdere tempo alle istituzioni, si è negata una verità che io che non sono superman avevo già affermato. Non finisce qui".

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