Se Hamas non libererà tutti gli ostaggi israeliani entro sabato a mezzogiorno "si scatenerà l'inferno". È l'avvertimento lanciato da Donald Trump la sera di lunedì 10 febbraio, durante la firma di una serie di ordini e azioni esecutive. L'accordo per il cessate il fuoco a Gaza, ha detto il presidente degli Stati uniti, dovrebbe essere cancellato se Hamas non libererà tutti gli ostaggi ancora detenuti entro sabato 15 febbraio a mezzogiorno. Il tycoon ha però aggiunto che la decisione finale spetta a Israele. "Parlo per me stesso. Israele può decidere", ha detto The Donald.
"Trump deve ricordare che esiste un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e che questo è l'unico modo per riportare indietro i prigionieri". Lo ha affermato il funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, rispondendo al presidente americano che aveva minacciato di "far scoppiare l'inferno" a Gaza qualora l'accordo sugli ostaggi non venisse rispettato. Lo ha riportato Sky News. "Il linguaggio delle minacce non ha alcun valore e complica solo le cose", ha aggiunto.
"Tutti, ora!", ha commentato così su X il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, con un evidente riferimento ai ripetuti appelli per la liberazione degli ostaggi israeliani trattenuti da più di un anno da Hamas nella Striscia di Gaza. Il post di Smotrich è arrivato dopo che il presidente americano Donald Trump ha minacciato "l'inferno" nella Striscia di Gaza e ha sollecitato Israele a ritirarsi dall'accordo di cessate il fuoco con Hamas se il gruppo non libererà "tutti" gli ostaggi entro le 12 di sabato prossimo.
Papa Leone XIV ha fatto il suo primo giro in papamobile attraverso Piazza San Pietro prima della cerimonia per il suo insediamento domenica, salutando dal retro dell'auto scoperta la folla che sventolava bandiere e acclamava “Viva il Papa!”. Nel bel mezzo del suo viaggio Leone ha fermato la papamobile per benedire due bambini tra la folla. Le campane della Basilica di San Pietro suonavano mentre Leone salutava la folla lungo il percorso, tra bandiere peruviane, americane e della Santa Sede mescolate con bandiere e stendardi di altre nazioni.
Domenica si è visto il fumo alzarsi nella Striscia di Gaza mentre Israele continuava la sua offensiva. Ospedali e medici nella Striscia di Gaza affermano che gli attacchi israeliani nell’enclave palestinese hanno ucciso almeno 103 persone. I combattimenti hanno costretto alla chiusura anche un importante ospedale nel nord di Gaza. Gli ospedali e i medici hanno detto che ci sono anche donne e bambini tra le persone uccise durante la notte. Negli ultimi giorni Israele ha intensificato la campagna di bombardamenti sull'enclave palestinese uccidendo centinaia di persone. L’escalation è arrivata poiché i negoziati per il cessate il fuoco in corso non hanno ancora raggiunto una svolta per fermare la guerra e consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore. La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace? (Rerum novarum, ndr). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. Lo ha detto Papa Leone XIV nell’omelia della messa di inizio Pontificato.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”. Così Leone XIV aprendo l’omelia della messa di inizio Pontificato. Prevost ha inoltre ripercorso gli ultimi giorni: “In questi ultimi giorni, abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso – ha detto Leone XIV -. La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore’ . Proprio nel giorno di Pasqua, però, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e ‘lo custodisce come un pastore il suo gregge’. In questo spirito di fede, il Collegio dei Cardinali si è riunito per il Conclave; arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”