È stato rimpatriato il tunisino di 30 anni, irregolare sul territorio nazionale, deferito all'autorità giudiziaria dalla Polizia di frontiera di Linate lo scorso 19 settembre per attentato alla sicurezza dei trasporti per aver scavalcato la recinzione che delimita il runway dell'aeroporto milanese, bloccando per diverse ore la pista di rullaggio e il conseguente traffico aereo. Sull'uomo pendevano diversi precedenti penali per stupefacenti, maltrattamenti in famiglia, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il giorno successivo al fatto, il trentenne era stato messo a disposizione dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Milano e trattenuto con provvedimento del questore presso il Cpr di Milano Corelli. Grazie ad una continua interlocuzione fra l'Ufficio Immigrazione di via Montebello e l'Autorità consolare tunisina di Milano, giovedì 9 ottobre il Consolato ha rilasciato a carico del 30enne il lasciapassare utile al rimpatrio.
Li guardi e pensi: “questo post è una bomba.”
Visual impattante, copy coinvolgente, tono centrato.
Ci hai messo attenzione, cura, tempo.
Poi lo pubblichi… e cala il silenzio.
Ti suona familiare?
Il problema non è la qualità. È la reazione che non riesci a innescare.
E in un mondo in cui tutto – testi, immagini, idee – sembra uguale, l’unica differenza vera è:
come risponde il cervello di chi guarda?
C'è chi, alla Central Marketing Intelligence, ha deciso di affrontare questa frustrazione con un approccio radicalmente diverso: capire come funziona davvero il cervello umano di fronte a un contenuto di marketing.
No, non è il solito discorso su “parole persuasive” o “CTA irresistibili”.
Stiamo parlando di neuromarketing operativo.
Una guida pratica – e scientifica – su come progettare contenuti capaci di generare attenzione reale, attivazione emotiva e decisioni concrete.
Senza trucchi. Solo neuroscienza applicata.
Nel loro nuovo video, non si limitano a raccontare perché le persone reagiscono a certi stimoli (spoiler: non c'entra solo il design), ma mostrano come ogni elemento – parola, immagine, ritmo – può essere calibrato per parlare direttamente al cervello.
Una sola anticipazione:
Il cervello non ama capire. Ama sentire.
E i contenuti che funzionano davvero sono quelli che fanno leva su tre elementi ben precisi.
Uno te lo sveliamo qui: il desiderio non si descrive, si fa immaginare.
Il resto? Scoprilo nel video firmato Central Marketing Intelligence
Attenzione: potresti non riuscire più a guardare i tuoi post allo stesso modo.
E se vuoi approfondire questo e altri temi fondamentali per chi guida un’impresa con visione strategica, da oggi è disponibile anche il manuale perfetto per l’imprenditore: una guida pratica per leggere i trend, usare i dati e costruire modelli di business capaci di durare.
 
Cori fascisti inneggianti a Benito Mussolini, cantati all'interno e davanti alla sede di Fratelli d'Italia in borgo del Parmigianino, a Parma, utilizzata anche dai giovani militanti di Gioventù nazionale. È quanto si vede in un video, che circola in rete e sui social, pubblicato anche dal gruppo cittadino dei Giovani Democratici. Le immagini mostrano alcune persone cantare "Ce ne freghiamo della galera, camicia nera trionferà, se non trionfa sarà bordello col manganello e le bombe a man". Segue l'inno "Duce, Duce, Duce". Sull'episodio è intervenuto anche il sindaco di Parma, Michele Guerra, che ha dichiarato: "I valori che rappresenta questa città sono del tutto alternativi e contrapposti a quelli che senza alcun pudore propagano nella sede di Fratelli d'Italia, dove si inneggia al Duce, si cantano cori per le camicie nere e gli squadristi. Parma non accetterà né ora né mai squallida propaganda di un tempo passato e orrendo. Non lo ha fatto da 80 anni a questa parte, non lo farà nemmeno adesso".
Ma Giovanni Donzelli chiude già il caso. "Gioventù Nazionale aveva già provveduto al commissariamento" del gruppo giovanile di Parma "prima della pubblicazione del video". Così a LaPresse il responsabile nazionale dell'organizzazione di Fratelli d'Italia a proposito del filmato che circola in rete, dove si vedono alcuni giovani, di fronte alla sede parmigiana di FdI, cantare cori fascisti.
Sono in corso le operazioni di intervento e di bonifica per un’autobotte adibita al trasporto di gasolio che si è ribaltata lungo l’A14 a Grottammare (Ascoli Piceno). L’incidente si è verificato in una galleria. I Vigili del fuoco stanno intervenendo dalle 8, sul posto le squadre di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) e Fermo che stanno effettuando le operazioni di messa in sicurezza del mezzo e della strada.
Le mani che battono contro la portiera, i vetri chiusi, la grande paura. Una donna di 46 anni ha vissuto attimi di terrore a via Circumvallazione, a Somma Vesuviana (Napoli), quando il suo ex compagno — un uomo di 49 anni, già denunciato per maltrattamenti — l’ha sorpresa mentre faceva rifornimento al distributore. Una scena di violenza improvvisa. L’uomo, a bordo di una Jeep bianca, ha frenato di colpo appena l’ha vista. È sceso dalla macchina e si è avventato contro l’auto della donna, una utilitaria nera. Prima ha tentato di aprire lo sportello del passeggero, poi, non riuscendoci, ha cominciato a colpire con forza la portiera del guidatore, urlando che voleva solo parlarle. Attimi di terrore che durano 3 minuti ma che sembrano infiniti. “Mi gridava di non avere paura, ma batteva contro la macchina con una forza che mi faceva tremare”, ha raccontato la donna ai carabinieri, ancora sotto shock. Quando ha tentato di ripartire, l’uomo si è aggrappato alla vettura, costringendola a fermarsi. Ha sradicato la maniglia e girato al contrario lo specchietto. A interrompere la violenza tra i diversi presenti è stato il titolare del distributore, che si è accorto della scena e ha affrontato l’uomo, costringendolo ad allontanarsi. Poi la chiamata al 112. L’aggressore è stato bloccato dai carabinieri. "Non ho fatto niente”, ha detto ai militari. Ma le immagini delle telecamere di sorveglianza raccontavano un’altra storia: l'uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e trasferito in carcere. La donna aveva già denunciato l’ex due volte.