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Mario Draghi, "secondo voi è possibile?". Verso la crisi di governo, la conferma nelle parole del premier: quando può crollare tutto

mercoledì 22 dicembre 2021
3' di lettura

"Sono un nonno al servizio della Repubblica". Mario Draghi versione "gran riserva". Palazzo Chigi o Quirinale, insomma, poco cambia: SuperMario è pronto a ogni scenario, anche se come consuetudine tenta di dissimulare: "I miei destini non contano - sottolinea il premier nella conferenza stampa di fine anno - ma le scelte spettano alla politica". Le sue indicazioni, però sono nette: niente voto anticipato, la legislatura deve andare avanti qualsiasi sia il futuro dello stesso Draghi, e se arriverà un nuovo premier la maggioranza non dovrà cambiare. E soprattutto, sarà quasi impossibile immaginare una maggioranza che si spacchi sul Quirinale senza provocare ripercussioni letali per il governo.

"Non immagino il mio futuro all'interno e all'esterno delle istituzioni, l'importante è vivere il presente al meglio possibile, questo è quello che cerco di fare", e tutti i componenti del governo "hanno lavorato sul presente senza chiedersi quello che sarà il futuro", ha spiegato Draghi. "I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni. La responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche, non nelle mani di individui: sarebbe un fare offesa all'Italia, che è molto di più di persone individuali. La grandezza del Paese non è determinata da questo o quell'individuo ma da un complesso di forze, di persone e di sostegno politico che permettono di andare nella direzione giusta".

"Abbiamo conseguito tre grandi risultati - ha sottolineato il premier - Abbiamo reso l'Italia uno dei Paesi più vaccinati del mondo, abbiamo consegnato in tempo il Pnrr e raggiunto i 51 obiettivi - ha rivendicato con orgoglio il premier -. Abbiamo creato le condizioni perché il lavoro sul Pnrr continui. Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà (alla guida, ndr): l'importante è che il governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, ed è la più ampia possibile".

Sentito il ringraziamento al presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella, che con la sua "chiamata di altissimo ordine, che si è tradotta con vicinanza costante all'azione di governo" ha dato vita a questo esecutivo. "La responsabilità quotidiana del governo sta nel Parlamento, la prosecuzione del governo sta nel Parlamento. La Costituzione prevede un governo parlamentare, i risultati sono stati possibili perché c'è il Parlamento, che decide la vita dell'esecutivo".

Importante, in vista del possibile trasloco al Quirinale, la sua visione del prossimo presidente della Repubblica: "Se potrà svolgere un ruolo di 'accompagnamento' dell'azione esecutiva? No, il governo è un governo parlamentare, questo è quello che prevede la Costituzione. Il Presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante. L'esempio del presidente Mattarella è forse la migliore guida all'interpretazione del ruolo del Presidente della Repubblica: ha garantito l'unità nazionale, dalla quale è venuta una maggioranza ampia che ha sostenuto la forza di questo governo. Questo governo, sostenuto e protetto da una maggioranza ampia, ha cercato di fare il meglio possibile". La vera domanda a cui serve una risposta, conclude sibillino Draghi, è "se sarà possibile che la maggioranza si spacchi sull'elezione del presidente della Repubblica e torni poi ad appoggiare unita il governo". Risposta implicita: no. E insomma, Draghi lascia intendere che l'unico modo per salvare la legislatura è la sua elezioni, subito, con l'intera maggioranza compatta. Al contrario, contestualmente al voto per il futuro inquilino del Quirinale, potrebbe aprirsi la crisi di governo.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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