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A Milano nasce la prima casa realizzata con una stampante 3d

sabato 24 marzo 2018
2' di lettura

Milano (askanews) - Niente più pilastri né vincoli tradizionali, ma forme libere che si materializzano in pochi giorni, come un gigantesco vaso di cemento ad alto contenuto di tecnologia. Stiamo parlando di una vera e propria casa realizzata con una stampante 3d, uno dei primissimi prototipi al mondo, che un consorzio di imprese composto da Italcementi, Arup e dagli olandesi di Cybe, sta costruendo a Milano in piazza Beccaria. Un edificio di cento metri quadrati, che sarà pronto in occasione del Salone del mobile, e che potrà essere facilmente ampliato, rialzato, raddoppiato e ovviamente trasportato in una sede definitiva. Caratteristiche che potrebbero rivoluzionare rapidamente il mondo dell'architettura, come sottolinea il progettista, Massimiliano Locatelli. "Tutto più veloce, tutto più leggero, tutto più immediato, spero che non si spenderà più tutta la vita per pagare un mutuo per comprare una casa per cui diventerà un proprio per tutti e tagliata su misura". Oggi infatti un edificio di questo tipo costa ancora due o tre volte di più rispetto a uno tradizionale, ma secondo Massimo Borsa, responsabile del laboratorio innovazione di Italcementi, si vede già la possibilità di azzerare la differenza nel breve periodo. "Questo perché le vere economie di scala si faranno con le società di costruzioni che avranno vantaggi sulla gestione del sito, sui tempi di realizzazione e quindi sulla possibilità di fare tante case contemporaneamente in un tempo più breve". Per stampare un edificio di cento metri quadrati basta infatti una settimana e per questo una delle possibili applicazioni più utili sarà la costruzione di unità abitative nei luoghi delle emergenze. La materia prima è un miscela di polveri cementizie, leganti e inerti che possono derivare dalle terre locali. Il tutto può essere poi nel tempo demolito e polverizzato, per servire di nuovo come materiale di costruzione.

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Milano, 5 giu. (askanews) - All'esterno del Memoriale della Shoah a Milano, sui resti del murale "Binario 21, I Simpson deportati ad Auschwitz", realizzato nel 2023 dall'artista aleXsandro Palombo e più volte vandalizzato, è apparsa una nuova opera: "Again and Again" che raffigura Liliana Segre ed Edith Bruck unite in un abbraccio mentre stringono la bandiera di Israele: il simbolo dello Stato ebraico, con la stella di David.

L'immagine delle due testimoni della Shoah, ritratte in un gesto di resilienza e pace, vuole essere, nelle intenzioni dell'artista, un messaggio visivo; un'opera pensata come risposta al clima di odio e divisione e al dilagare dell'antisemitismo, in particolare dopo l'inasprimento dell'offensiva israeliana.

Nel murale, le due testimoni della Shoah, da sempre promotrici di pace, indossano le divise a righe dei campi di concentramento; sul petto, ben visibile, la stella gialla di David. Abbracciate, con gli occhi chiusi, sembrano ascoltare un silenzio carico di dolore e tengono tra le mani la bandiera di Israele.

L'opera richiama la proposta di Edith Bruck: portare anche la bandiera israeliana accanto a quella palestinese durante la manifestazione per Gaza del 7 giugno a Roma, organizzata da partiti della sinistra.

Nei giorni scorsi, anche il Comune di Milano ha compiuto due gesti simbolici per Gaza: l'esposizione di un sudario bianco sulla facciata di Palazzo Marino, poi l'illuminazione del Comune con la scritta "All eyes on Gaza". La Comunità ebraica milanese ha chiesto anche l'esposizione di un drappo arancione e l'illuminazione di Palazzo Marino con il colore arancione per una sera, in ricordo dei fratellini Ariel e Kfir Bibas, i due bambini rapiti da Hamas il 7 ottobre. Entrambe le richieste sono state respinte. In segno di solidarietà, la senatrice a vita Liliana Segre ha preso parte al sit-in organizzato dalla Comunità ebraica in piazza della Scala.

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