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Mamdani: New York mostrerà alla nazione come sconfiggere Trump

di TMNews mercoledì 5 novembre 2025
1' di lettura

New York, 5 nov. (askanews) - Il neoeletto sindaco di New York, Zohran Mamdani, celebra la sua vittoria con un messaggio diretto al presidente Donald Trump, che lo ha attaccato per settimane durante la campagna elettorale.

L'esponente democratico, 34 anni, definisce la sua affermazione "un segnale di speranza" per tutto il Paese, dopo una corsa segnata da scontri politici e campagne mediatiche contro le sue origini musulmane e le sue idee socialiste.

"Insieme daremo inizio a una generazione di cambiamento. Se sapremo abbracciare questo nuovo cammino, invece di fuggirne, potremo rispondere all'oligarchia e all'autoritarismo con la forza che temono, non con l'accondiscendenza che cercano. Dopotutto, se qualcuno può mostrare a una nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, è la città che gli ha dato i natali."

La vittoria di Mamdani, primo sindaco musulmano di New York, arriva in una notte elettorale positiva per i Democratici, che conquistano anche le cariche di governatore in Virginia e nel New Jersey, rilanciando il partito in vista delle elezioni di medio termine del 2026.

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La domanda costata il lavoro a un giornalista italiano a Bruxelles

Bruxelles, 5 nov. (askanews) - Un giornalista freelance che lavora a Bruxelles dall'estate scorsa, Gabriele Nunziati, è stato invitato dall'agenzia di stampa italiana Nova a cessare la sua collaborazione, dopo aver posto una domanda su Israele e Gaza durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea dello scorso 13 ottobre.

Nunziati aveva chiesto alla Commissione se la richiesta dell'Ue alla Russia di finanziare la ricostruzione dell'Ucraina sia applicabile anche a Israele per la ricostruzione di Gaza, dopo la distruzione della Striscia. La portavoce capo della Commissione Paula Pinho aveva risposto testualmente: "Questa è una domanda sicuramente interessante, sulla quale non ho commenti in questa fase".

Domanda e risposta sono circolate sui social media nei giorni successivi, e sono il motivo per cui a Nunziati è stato dato un preavviso per la risoluzione del suo contratto con Nova.

L'agenzia Nova ha diffuso una nota in cui afferma che Nunziati "ha posto alla portavoce della Commissione europea una domanda tecnicamente sbagliata", perché "la Russia - Paese membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, in quanto tale, uno dei cinque massimi garanti dell'ordine mondiale - ha invaso l'Ucraina, un Paese sovrano, senza essere provocata. Israele, al contrario, ha subito un'aggressione armata. Non sorprende, quindi, che la portavoce non abbia risposto alla domanda, essendo assolutamente fuori luogo e di natura erronea".

"La differenza tra le posizioni di Russia ed Israele - ha sottolineato l'agenzia Nova nella sua nota - è stata più volte rappresentata al collaboratore, il quale, tuttavia, non ha affatto compreso la sostanziale e formale differenza di situazioni, ed ha anzi insistito nel ritenere corretta la domanda posta, mostrandosi così ignaro dei principi fondamentali del diritto internazionale".

"Quel che è peggio - si legge ancora nella nota - , il video relativo alla sua domanda è stato ripreso e rilanciato da canali Telegram nazionalisti russi e dai media legati all'Islam politico in funzione anti-europea, creando imbarazzo all'agenzia, in quanto fonte primaria attentissima alla propria indipendenza e all'oggettività delle informazioni trasmesse. E' evidente che il rapporto di fiducia con il collaboratore, in questo contesto, sia venuto a cessare", conclude la nota dell'agenzia Nova.

Dopo che si è diffusa la notizia del licenziamento di Nunziati, la Commissione europea ha diffuso oggi a sua volta una nota scritta: "La Commissione attribuisce la massima importanza alla libertà di stampa; in questo contesto, è sempre disponibile a rispondere a tutte le domande nel contesto della conferenza stampa di mezzogiorno", ha scritto la portavoce Arianna Podestà, aggiungendo che "le domande su questa specifica decisione" riguardo all'interruzione del rapporto di lavoro con il giornalista "sono preferibilmente rivolte all'Agenzia Nova", con la quale ha precisato di non aver avuto contatti "in merito a questa questione".

TMNews

L'ospitalità italiana: l'accoglienza è più importante delle stelle

Milano, 5 nov. (askanews) - L'ospitalità come gesti e accoglienza più che stelle o dotazioni delle strutture ricettive. Secondo una ricerca di YouGov per Airbnb una stretta di mano o un'atmosfera particolare e casalinga sono elementi estremamente apprezzati da chi viaggia nel nostro Paese. "Noi siamo italiani - ha detto ad askanews Matteo Sarzana, Country Manager Italia e Sud Europa di Airbnb - e in quanto tali abbiamo una cultura dell'ospitalità che è unica. Ci piace accogliere le persone in casa nostra, ma ci piace anche raccontare quelle che sono le peculiarità del territorio, scoprire quelli che sono i tesori nascosti e far sì che le persone possono non soltanto vivere un viaggio per chi visita una città ma perché scoprono quei piccoli tesori che soltanto i nostri host sono in grado di raccontare".

In riferimento a questa tipologia di accoglienza, Airbnb ha scelto di premiare sei host che si sono distinti per la qualità della loro proposta: "I Maestri dell'accoglienza".

"Oggi premiamo i sei host che rappresentano al meglio quella che è la nostra ospitalità e l'accoglienza italiana - ha aggiunto il country manager -. Abbiamo cercato all'interno della nostra community chi potesse esemplificare al meglio questi valori. Chi ha aperto le porte di casa sua al turismo, chi lo fa accogliendo persone da tutto il mondo con il sorriso, chi è in grado di mettere il proprio agio e fargli vivere le bellezze del nostro Paese con un sorriso, un caffè la mattina o una torta per la sera".

Le categorie premiate sono: Ospitalità eccezionale; Miglior alloggio qualità-prezzo; Miglior alloggio rurale; Miglior alloggio per famiglie; Miglior alloggio per Milano Cortina 2026; Esperienza straordinaria. In Italia l'età media di chi mette il proprio alloggio su Airbnb è di 48 anni, il 53% è donna. L'host tipico nel 2024 ha guadagnato circa 4.000 euro ospitando per 26 notti. Il 74% dichiara che ospitare non è la propria fonte di reddito principale. "Le persone sono al centro - ha concluso Matteo Sarzana - non solo i viaggiatori, ma anche nostri host. Senza di loro l'esperienza di viaggio sul Airbnb sarebbe diversa".

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Bataclan, dieci anni dopo: tra memoria, lutto e rinascita

Parigi, 5 nov. (askanews) - A dieci anni dagli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, il ricordo del Bataclan resta una ferita viva. Quella notte tre jihadisti uccisero 90 persone tra i 1.500 spettatori del concerto degli Eagles of Death Metal.

Arthur Dénouveaux, sopravvissuto e oggi presidente dell'associazione Life for Paris, ha raccontato la sua storia nel libro Vivere dopo il Bataclan. "Il 13 novembre 2015 faccio una cosa che avevo già fatto tante volte: vado a un concerto, la vita è bella, può essere la serata migliore di novembre e invece sarà la peggiore. A un certo punto sento dei colpi, tolgo i tappi dalle orecchie e capisco subito che dev'essere un attacco terroristico"

Alla presentazione, nella libreria di Parigi dove Dénouveaux incontra i lettori, ci sono anche Marianne Mazas, compagna di Fred Dewilde, il grafico sopravvissuto al Bataclan che si è tolto la vita nel 2024, e Aurélie Silvestre, compagna di Matthieu Giroud, ucciso quella notte. "Non avevo capito quanto si stesse sforzando per restare con noi e per vivere la sua vita - spiega Marianna Mazas -. Non sapevo come aiutarlo, e non sono stata l'unica a non vedere quanto fosse grande il suo impegno. È morto il 5 maggio 2024. Si è tolto la vita. Il giorno prima ridevamo ancora insieme".

"Abbiamo una storia fuori dal comune dentro una vita del tutto normale. E non è sempre facile tenere insieme le due cose. Perché da un lato non abbiamo la vita di tutti, e dall'altro sì, ce l'abbiamo. Viviamo un po' ai margini, e a volte non è una posizione comoda. Per questo - dice Aurélie Silvestre - è così bello ritrovare gli amici che vivono la stessa condizione: è con loro che ci sentiamo davvero in pace".

"Dieci anni sono un traguardo, un momento per fare un bilancio. È anche il momento in cui scioglieremo la nostra associazione, per non restare prigionieri del ruolo di vittime. Mi sono chiesto spesso se proporlo fosse un errore. E poi c'è la questione delle commemorazioni, che per me ormai funzionano un po' a vuoto. Ci ritroviamo tra vittime e rappresentanti politici, ma è difficile che quelle cerimonie parlino a tutti i francesi, che li spingano a partecipare. È una delle stranezze del 13 novembre: non abbiamo avuto una grande manifestazione dopo, perché allora c'era lo stato d'emergenza. E così, credo che questi dieci anni rappresentino anche l'ultima grande occasione per ritrovarci davvero, per creare un momento di unità", conclude Dénouveaux.

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Comunione negata ai migranti detenuti in Usa, le parole di Papa Leone

Roma, 5 nov. (askanews) - Processioni di solidarietà con i migranti, vescovi che chiedono "pietà" per loro: una parte della Chiesa Cattolica degli Stati Uniti non ha esistato di fronte al dramma delle espulsioni di massa di immigrati dagli Stati Uniti, spesso senza un titolo giuridico chiaro e in molti casi respinte dai tribunali quando ormai era già troppo tardi. E sull'ennesimo episodio di accanimento, avvenuto durante il fine settimana in un centro detentivo dell'Ice (Immigration and customs enforcement, l'agenzia governativa con compiti di polizia dell'immigrazione che sotto la presidenza di Donald Trump è diventata onnipotente), è intervenuto anche Papa Leone XIV, che ha risposto così a chi gli chiedeva cosa pensasse del fatto che agenti dell'Ice hanno impedito a sacerdoti cattolici di dare la Comunione ai migranti detenuti nel Broadview ICE Detention Center, vicino a Chicago: "Penso che sia necessario fare una profonda riflessione su ciò che sta accadendo, molte persone che hanno vissuto per anni e anni senza mai causare problemi sono state colpite in modo profondo da ciò che sta accadendo ora. Occorre considerare anche i diritti spirituali delle persone che sono state detenute", ha detto il pontefice, "e inviterei certamente le autorità a consentire agli operatori pastorali di occuparsi dei bisogni di queste persone. Molte volte sono state separate dalle loro famiglie per un lungo periodo di tempo. Nessuno sa cosa stia succedendo, ma le loro necessità spirituali dovrebbero essere soddisfatte.

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