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Genova, le ditte chiedevano a Renzi: "Pericolo imminente, sblocchi i lavori". Ma il premier le ha ignorate

Gian Marco Crevatin
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Nessuna risposta. Era il 5 agosto scorso quando i legali delle ditte che dovevano occuparsi della messa in sicurezza a Genova del torrente Bisagno avevano avvisato Palazzo Chigi del pericolo, ma la lettera alla presidenza del Consiglio era rimasta chiusa in un cassetto. "Fateci lavorare" perché "gli ultimi eventi alluvionali hanno evidenziato le criticità idrogeologiche del territorio di Genova e della Regione e – con l'avvicinarsi della stagione autunnale – rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di riaccendere la tragedia del novembre 2011", scrivevano allora preoccupati le aziende genovesi come riporta il Fatto quotidiano. Burocrazia - Virgolettati che, a posteriori, pesano come un macigno sul governo Renzi, che però, almeno in prima analisi, sembra preoccuparsene poco. Il premier, intervenuto sulla tragica alluvione in Liguria, ha postato su Facebook: "Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli". Paradossalmente Renzi se la prende con la stessa burocrazia che però solo qualche mese fa aveva fermato quelle ditte che si preoccupavano della manutenzione e della messa in sicurezza della propria città. Ricorsi e contro-ricorsi - Si sfiora il grottesco quando il premier, sempre sul social, afferma un po' incautamente di assicurare "ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l'impegno economico del Governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore. C'è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l'unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini". Farebbe ridere se non stessimo parlando di una faccenda, purtroppo, drammaticamente seria.

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