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Perugia: droga, prostituzione, usura. Blitz dei Ros contro la 'ndrangheta: 61 arresti

Nicoletta Orlandi Posti
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"Siamo della 'ndrangheta, siamo calabresi". Si presentavano così i sodali umbri del clan di Cirò e Cirò Marina che avevano esportato in provincia di Perugia i metodi delle 'ndrine per controllare il territorio: estorsioni, incendi dolosi nelle aziende di molti imprenditori, minacce, truffe e usura. Tutto documentato dall'inchiesta "Quarto passo" che questa mattina ha portato a una maxi retata da parte dei carabinieri dei Ros con 61 arresti in provincia di Perugia e in altre località del territorio nazionale su richiesta della procura distrettuale antimafia di Perugia. Le accuse sono quelle per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, danneggiamento, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante delle finalità mafiose, nonchè per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Il sodalizio con i calabresi - Al centro delle indagini del Ros, spiega una nota dei carabinieri, un sodalizio 'ndranghetista radicato in Umbria, con diffuse infiltrazioni nel tessuto economico locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine. Documentate le modalità tipicamente mafiose di acquisizione e condizionamento di attività imprenditoriali, in particolare nel settore edile, anche mediante incendi ed intimidazioni con finalità estorsive. Contestualmente è in corso di esecuzione un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili, riconducibili agli indagati e ritenuti provento delle attività delittuose, del valore di oltre 30 milioni di euro.

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