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Sì della Camera alla "secessione": Sappada passa dal Veneto al Friuli

Alessandra Menzani
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Sappada, comune a 1.300 metri in provincia di Belluno, passa dal Veneto al Friuli Venezia Giulia. Così ha deciso la Camera, che ha approvato - dopo il via libera da parte del Senato - la relativa proposta di legge con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti. A chiamarsi fuori dalla votazione, dopo quasi dieci anni dal referendum popolare in cui il 95% dei sappadini aveva votato per il passaggio di Regione, sono stati i deputati di Forza Italia, Direzione Italia e Mpd. Il Comune alpestre può dunque tornare alle sue origini - dato che fino al 1852 apparteneva al Friuli - ma il voto del Parlamento ha scatenato una ridda di reazioni polemiche. «A Roma si continua a banalizzare», ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia. «Si pensa che la cura, che sarebbe l' autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc. Non è un caso se 2 milioni 400 mila veneti sono andati a votare per il referendum sull' autonomia della Regione. Ma la scelta di Roma», ha aggiunto, «è di usare come cura l' amputazione, invece di riconoscere che quella veneta è una questione cruciale. Oggi se ne va Sappada. Domani sarà Cortina d' Ampezzo, poi chissà. Di questo passo daremo uno sbocco al mare al Trentino». Come dargli torto? «Bisognerebbe prendere atto», ha precisato Zaia, «che il Veneto è l' unico a confinare con due Regioni a statuto speciale e fare una riflessione. I Comuni che ci chiedono di andarsene lo fanno verso il Friuli e il Trentino. Nessuno ci chiede di passare in Lombardia o in Emilia Romagna. Bisognerebbe spiegare il perché». Il motivo, ed è noto, è semplice. Il Veneto, che pure è la locomotiva d' Italia, è stritolato da due realtà con le quali è impossibile competere. Come si fa a giocare ad armi pari, sul fronte dell' imprenditoria, del turismo, del sociale - e di molti altri settori - con due Regioni confinanti che per certi capitoli di spesa trattengono fino al 90% delle imposte? La volontà popolare va sempre rispettata e non c' è niente di più legittimo. E dunque registriamo la presa di posizione del governatore Dem del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che legge «un segnale importante nel fatto che la stragrande maggioranza dei deputati si sia espressa in conformità all' indicazione popolare». La governatrice, che più per calcoli politici che per volontà ha annunciato che non si ricandiderà alla guida della Regione ma punterà a uno strapuntino a Roma, ha aggiunto che «la Lega vive se vivono i problemi e non è adatta alla loro risoluzione», ma che i suoi esponenti «dovranno accettare che sarà fatta giustizia della volontà esplicita dei suoi cittadini di passare al Friuli». Vanno benissimo le affermazioni della senatrice trevigiana del Pd Laura Puppato, secondo la quale «oggi possiamo riparare all' errore geopolitico, mentre dal punto di visto socio-economico Sappada è legata in tutto e per tutto alla provincia di Udine». Ma allora perché i Dem si oppongono alla richiesta d' autonomia del Veneto? Se Sappada può passare al Friuli, perché il Veneto non può diventare autonomo? Siamo di fronte all' ennesima contraddizione del Pd. Una delle tante che, sondaggi alla mano, lo condannerebbero a una débâcle alle prossime elezioni politiche. di Alessandro Gonzato

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