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Roberto Formigoni (Ncd): "Se alle europee prendiamo meno del 4%, Renzi si dimetterà"

Giulio Bucchi
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Il futuro di Matteo Renzi è appeso ai numeri. Non i suoi, ma quelli del Nuovo Centrodestra. E' il senatore alfaniano Roberto Formigoni, ai microfoni di Agorà su Raitre, a fissare una dead line per l'esecutivo, quella delle elezioni europee. "Il 25 maggio è una data decisiva: non dobbiamo soltanto superare il quorum del 4%, ma dobbiamo dimostrare di poter essere la seconda forza di questo governo. In caso di risultato particolarmente negativo, ma non credo che sarà così, sono convinto che Renzi il giorno dopo si dimetterebbe". Il balletto dei numeri - Di certo c'è che Angelino Alfano e i vertici di Ncd continuano in queste settimane a consultare sondaggi e rilevazioni: il timore dei fuoriusciti dal Pdl è che l'adesione al governo Renzi, in posizione subalterna, non paghi in termini elettorali. E se Renzi facesse finta di nulla di fronte a un pessimo risultato degli alleati, ci penserebbero loro a staccare la spina. Formigoni per ora professa ottimismo: "Nuovo centro destra al 3,2%? Lo riterrei un risultato negativo. Noi abbiamo dei sondaggi che ci danno ancora oggi tra il 6 e il 7%". La rottura con Berlusconi - Secondo Swg, Alfano è fermo al 3,3%: logica qualche inquietudine tra chi ha abbandonato i lidi sicuri di Silvio Berlusconi e ora si ritrova in acque ostili e senza scialuppe di salvataggio. Risultato: Ncd è costretta ad andare a braccetto con Renzi (che la partita elettorale se la giocherà in campo avversario) e molto probabilmente impiegherà molti mesi per ricucire il rapporto con il Cavaliere. "Sappiamo che Forza Italia ha avanzato la proposta di una lista unica alle Europee a Lega Nord e Fratelli d'Italia, nel tentativo di indebolirci - attacca ancora Formigoni -. Forza Italia sta vivendo una fase di grandissima aggressività nei nostri confronti. Noi vogliamo andare con il nostro simbolo, siamo una forza nuova che ha il dovere di misurarsi in un'elezione". Dalla crisi al buio al salto nel buio, è il dubbio che agita gli uffici a due passi dalla fontana di Trevi.

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