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Claudio Scajola, casa al Colosseo: il caso viene prescritto

michele deroma
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Si è concluso con la dichiarazione di intervenuta prescrizione, il processo di appello per il reato di finanziamento illecito a un parlamentare che vedeva imputato l'ex ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, per la vicenda dell'acquisto della casa con vista sul Colosseo pagata in parte dal costruttore Diego Anemone. I fatti - La vicenda riguarda la compravendita di un appartamento in via del Fagutale, a pochi passi proprio dal Colosseo. Scajola, costretto proprio da questa vicenda a dimettersi nel maggio 2010, in conferenza stampa disse: "Quella casa è stata pagata a mia insaputa. Un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri". Il 27 gennaio scorso, l'ex ministro era stato assolto dal reato di finanziamento illecito, mentre l'imprenditore era stato prescritto: per il giudice di Roma, Eleonora Santolini, il fatto non costituiva reato per l'ex ministro, perché Scajola era "inconsapevole" che Diego Anemone "avesse concordato con le sorelle Papa, proprietarie dell'immobile, le modalità dell'ulteriore pagamento". Il ricorso - I pm avevano presentato ricorso contro l'assoluzione di Scajola: la lettura del giudice, secondo i pm, sarebbe stata superficiale ed acritica, modellasta sulla configurazione di un uomo sprovveduto, in balia degli eventi". Oggi, infine, l'avvenuta prescrizione per Scajola, relativamente al presunto reato di finanziamento illecito.

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