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Renzi da Floris, l'alternativa a lui per Palazzo Chigi è Paolo Gentiloni

Giovanni Ruggiero
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Nonostante le voci che lo vedono pronto a sacrificarsi per ricucire con i bersaniani, nonostante le pressioni interne ed esterne al suo partito perché faccia un passo di lato, nonostante le voci che lo vedono segretario senza premiership in tasca, Matteo Renzi rimane, al momento, il solo candidato ufficiale del centrosinistra a Palazzo Chigi, anche se non chiude ad altri nomi, a cominciare da quello di Paolo Gentiloni. Il segretario rivendica il suo ruolo in una trasmissione "non amica, davanti a giornalisti non amici", come rileva su twitter la deputata Anna Ascani. Manca Luigi Di Maio che nello studio di Floris lo ha portato promettendo un faccia a faccia dal quale all'ultimo momento si è sfilato. Non è un soliloquio quello che va in scena. Renzi è pressato dalle domande, non gli sono consentite digressioni. Ecco che alla domanda sulle possibili alleanze con Mdp e il resto della sinistra afferma: "Io non pongo veti a nessuno". Ma se gli chiedono di farsi indietro per favorire la ricomposizione con Bersani e compagni, non ha dubbi: "Sono stato scelto da due milioni di cittadini" perché nel Partito Democratico "non c'è un signore che sceglie il leader durante una cena ad Arcore, nè un software. C'è un popolo che porta due milioni di persone al voto e quel popolo merita rispetto". Il nome di Gentiloni non viene pronunciato e, allora, la domanda di Giovanni Flores si fa più diretta: se la sentirebbe Renzi di fare posto a chi, magari, c'è già a Palazzo Chigi? Di persone all'altezza ce ne sono tante e, tra queste, c'è anche "Paolo Gentiloni, "che io rispetto", sottolinea Renzi. Quello dell'attuale presidente del consiglio è, insomma, un nome "spendibile" per la premiership, come detto anche in mattinata dal capogruppo alla Camera, Ettore Rosato. Ma in campo, al momento, c'è il solo Renzi in attesa di sapere chi saranno i propri competitor. Oltre a Di Maio, naturalmente, che oggi si è comportato "come quei ragazzi che a scuola ti dicono 'ti aspetto fuorì e poi, al suono della campanella, scappano a casa". Peccato, aggiunge Renzi, "perchè Di Maio potrebbe andare al governo. Io spero di no, ma se accadesse sarà tenuto a partecipare a molti incontri internazionali e non è che un leader può permettersi di scappare". Poi, è lui a sfidare Di Maio: "Caro Luigi Di Maio, io non ho immunità parlamentare. Mi hai dato dell'aguzzino. Bene, rinuncia alla tua immunità e vediamo chi è davvero casta". Per il resto l'attenzione è focalizzata sulla sconfitta in Sicilia. Una sconfitta, sì, ma non del segretario: "Io ho responsabilita" sulla vittoria delle europee e sulla sconfitta al referendum", chiarisce Renzi: Da quando sono segretario abbiamo conquistato cinque regioni, strappandole alla destra, e perso due regioni. Il giudizio sul Pd si avrà con le elezioni politiche". E poi, più delle regioni perse e conquistate, più del numero dei comuni amministrati, dice Renzi, "quello che conta è il numero dei posti di lavoro creati: 986 mila" con il suo governo e con quello di Paolo Gentiloni. E al segretario Pd non basta ancora, "vorrei altri 986 mila posti di lavoro in più". Archiviata l'analisi del voto, Renzi può passare a temi a lui più congegnali, come la battaglia sulle banche. Il segretario dem è determinato a 'rottamarè l'establishment che secondo lui ha portato alla rovina istituti come Monte Paschi e gli istituti veneti. "Non avrei confermato Visco, ma da presidente del Consiglio non ho mai parlato per rispetto dell'istituzione. Ora lo faccio, sono stato il primo a dire che è colpa di Banca d'Italia". Un modo per scrollarsi di dosso l'etichetta di "amico dei poteri forti" che si è guadagnata durante i mille giorni di governo a causa "di errori di comunicazione" commessi da lui stesso: "Andavo a Torino e, dopo gli incontri istituzionali, andavo a visitare il Cottolengo". Insomma, "non è vero che rimanevo sempre lontano dai luoghi del dolore". Altro che vicino ai poteri forti, rimarca, "sono stato io ad accusare per primo Bankitalia e l'unico rapporto con le banche che ho è per due mutui accesi a Firenze". In chiusura si torna a parlare di avversari, e di Silvio Berlusconi in attesa di una sentenza che lo "rimetta in partita". Renzi si augura che il cavaliere "possa tornare in campo, ma rispetto le scelte dei giudici" sulla sentenza che potrebbe riabilitarlo.

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