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Matteo Renzi, la clamorosa rivolta interna: "Non votate il Pd ma Liberi e Uguali", viene giù il partito

Giulio Bucchi
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"Non votate Matteo Renzi, ma Liberi e Uguali". Firmato: Pd. A guidare la clamorosa rivolta contro il segretario è Domenico Bruzzese, presidente e segretario ad interim del Circolo del Partito democratico di Montreal. "Invito i miei iscritti e la comunità tutta a dare un segnale di giustizia e di carattere, ben motivati: votate il solo candidato di sinistra della nostra città, Giuseppe Continiello, che ho personalmente visto prendersi a cuore le sorti della nostra comunità. È candidato alla Camera in Centro e Nord America non con il Pd, dal quale è fuoriuscito poco più di un mese fa, bensì con Liberi e Uguali". Quanti voti farà perdere nella circoscrizione estera non è dato sapere, ma è il principio quello che conta. Nel Pd, da Bolzano alle Americhe, sono sempre più forti e autorevoli le voci di coloro che contestano la modalità di scelta dei candidati dem al prossimo Parlamento.  Leggi anche: Boschi candidata, la clamorosa scissione nel Pd Come ricorda il Fatto quotidiano, Continiello, ex segretario del Pd di Montreal ed Elena Luogo, ex segretaria del circolo Pd di New York e delegata per il Nord America in Assemblea Nazionale, si erano dimessi a inizio gennaio. All'origine dello strappo "l'assenza di interlocuzione e di confronto nel rispetto della pluralità e della democrazia interna e la delegittimazione dell'Assemblea Estero in Assemblea Nazionale". Tradotto: Renzi chiede i voti degli italiani all'estero senza nemmeno degnarsi di ascoltarli. "Nessun dirigente locale è stato mai sentito - spiega Bruzzese ai suoi elettori -. Non si è tenuto conto in alcun modo del merito, che in politica significa radicamento sul territorio e capacità organizzativa, attività e iniziative, numero di iscritti e, quindi, peso politico". Montreal è la terza città per elettori nel Centro e Nord America dopo Toronto e New York, alle politiche in genere vota il 30% degli aventi diritto (1,5 milioni) e nel 2013 furono decisivi per la risicata affermazione del Pd. La stessa contestazione dei nordamericani l'hanno avanzata anche Francesco Rotondo, ex segretario del Pd in Argentina, e i vertici del partito di Melbourne, in Australia.

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