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Tosi: "Berlusconi con il Pd sta bluffando"

Il sindaco di Verona: "Berlusconi e Renzi puntano a cacciare Letta. Con l'Italicum, la Lega Nord farebbe bene a non presentarsi alle elezioni"

Ignazio Stagno
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I casi son due: o vogliono far saltare il tavolo e andare a elezioni anticipate, oppure credono davvero di votare questa legge liberticida che farebbe vincere Matteo Renzi a mani basse. È il succo del parere di Flavio Tosi (sindaco di Verona, leader della Liga Veneta e padre della Fondazione nazionale «Ricostruiamo il Paese») sulla trattativa tra il segretario pd e Silvio Berlusconi. Tosi, secondo lei come va a finire 'sta storia dell'Italicum? «Bisogna capire qual è il fine dell'accordo. O Renzi e Berlusconi desiderano davvero una nuova legge elettorale, oppure puntano a far saltare il tavolo per mandare a casa Letta e correre alle elezioni anticipate. D'altronde sia Renzi che Berlusconi vogliono le urne.  Non è un mistero». Intanto stanno ragionando su una bozza che non prevede alcuna clausola «salva-Lega», il meccanismo per premiare i partiti radicati in alcune regioni e non in tutto il Paese. «Questa legge elettorale sta creando sconquassi, ecco perché Letta rischia di andare a casa». La Lega è furibonda. Calderoli parla di Porcellum bis. È d'accordo? «Questo Italicum contrasta con la sentenza della Consulta. I cittadini non hanno libertà di scelta visto che sono presenti i listini bloccati. Un Porcellum 2. Io voglio le preferenze e non cambio idea». L'inserimento di una clausola salva-Lega potrebbe farle cambiare opinione? «Non c'entra. Io sono per la governabilità, perché da sindaco so quanto è importante. E dico che un sistema che può incentivare le coalizioni potrebbe andare bene». Quindi cos'è che non la convince? «Non si può prevedere uno sbarramento del 5% anche se un partito va in coalizione. È assurdo. A questo punto significa far fuori la Lega. È una norma antidemocratica, liberticida». Forse Renzi e Berlusconi hanno fatto un ragionamento complessivo, non crede? «Ma guardi che al di là della Lega, è una legge antidemocratica. Va benissimo incentivare le coalizioni, ma ribadisco che con uno sbarramento così alto tanto vale non presentarsi. Per chi va da solo può anche essere logico prevedere uno sbarramento all'8%, per esempio. Ma il 5% per chi va in coalizione proprio no. Io ritirerei la delegazione parlamentare della Lega e poi non mi presenterei neanche alle prossime elezioni. Tanto ti fanno fuori comunque! Che senso avrebbe?». E come se ne esce? «Il problema insormontabile sono le preferenze. Berlusconi non le vuole. Quindi si potrebbe tornare al Mattarellum con i collegi uninominali o trovare altri sistemi...». Sempre che, come diceva lei all'inizio, vogliano davvero una nuova legge elettorale. «Esatto». Fi e Pd avevano dato rassicurazioni alla Lega, poi si sono rimangiati tutto. Vi sentite traditi, soprattutto dal vostro vecchio amico Berlusconi? «È vero. Berlusconi ha fatto un accordo che non considera l'alleanza con noi. Di solito le coalizioni dovrebbero trovare una soluzione condivisa». Insomma, Berlusconi ha dato alla Lega un motivo in più per strappare col centrodestra? A Roma siete entrambi all'opposizione, ma negli enti locali del Nord governate insieme. «Dal suo punto di vista, Berlusconi ha fatto una mossa intelligentissima. D'altronde nella sua vita ha spesso ottenuto risultati strabilianti, e glielo riconosco io che spesso l'ho criticato per quanto fatto al governo. Con la mossa di andare a trattare con Renzi nella sede del Pd è resuscitato politicamente. Davvero bravissimo». Quindi ha fatto bene, anche a costo di snobbare la Lega? «Dal suo punto di vista sì». Dal vostro punto di vista, invece, vi ha tirato una coltellata. Un motivo in più per rompere gli indugi e abbandonarlo?  «Il centrodestra si dovrà comunque rinnovare. Di sicuro non possiamo andare a sinistra, ci sono componenti bolsceviche e da preistoria che non hanno a che fare con noi». Quando dice «noi» parla solo della Lega o anche della sua Fondazione? «La mia Fondazione è nazionale e ha l'obiettivo di lanciare un nuovo modello. Se insieme alla Lega si deciderà di spenderla per fini elettorali faremo tutte le valutazioni del caso. Però, ecco, tutto sarà concordato con la Lega. E credo resteremo comunque nel centrodestra». Scusi, Tosi. Capiamoci. Se lei afferma che questa legge sembra fatta apposta per tagliare fuori la Lega, come potete pensare di restare nel centrodestra? «Si torna alla domanda iniziale...». Proviamo a interpretare allora. Con l'Italicum, la Lega non avrebbe alcun interesse ad allearsi con Berlusconi. Che però, senza Lega, perderebbe. Giusto? «Ovvio. Passasse questa legge, Renzi non avrebbe rivali. Vincerebbe a mani basse. E alla Lega converrebbe fare subito armi e bagagli. Ritirerei subito la delegazione parlamentare e poi non mi presenterei alle Politiche». Con questo scenario, scommetteremmo sull'opzione B. Berlusconi e Renzi vogliono le elezioni anticipate. Anche a costo di usare il cosiddetto Consultellum, la legge elettorale prodotta dalla sentenza della Consulta. «Ecco, direi che è possibile. La priorità di entrambi è mandare a casa Letta. Renzi teme che, continuando a governare, il premier possa anche fare cose positive. Per Berlusconi, invece, più passa il tempo e peggio è». Insomma, hanno interessi comuni? «Se si votasse col Consultellum, una sorta di proporzionale puro, le larghe intese sarebbero praticamente obbligate. E magari il Cavaliere potrebbe tornare addirittura al governo. In ogni caso, tutti e due possono pensare: prima si vota e poi si vede. Soprattutto il Cavaliere. Ecco perché non sono così sicuro che l'Italicum si farà». intervista di Matteo Pandini  

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