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Marco Travaglio scarica Beppe Grillo: "Un suicidio di massa. Capirvi è impossibile"

Gian Marco Crevatin
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Un fiasco, anzi di più: inutile girarci intorno, le ultime settimane del Movimento 5 Stelle sono state, da ogni punto di vista, un autentico "suicidio di massa". A dirlo è Marco Travaglio, che oggi sul Fatto Quotidiano analizza nel suo editoriale "il lento e inesorabile, ma tutt'altro che inevitabile suicidio del Movimento 5 Stelle". Il pezzo dal titolo inequivocabile "Decrescita infelice", nel quale il condirettore paragona la caduta dei grillini a quell'harakiri collettivo del degli adepti di Jim Jones negli anni Settanta (si tolsero la vita tutti assieme, volontariamente, nella giungla della Guyana ingoiando un cocktail al cianuro) è sorprendente, proprio considerante l'iniziale supporto fornito dal giornalista alla causa del Movimento di Beppe Grillo (almeno agli albori). L'affondo - La seppur macabra similitudine la dice lunga però sul destino dei 5 stelle, attanagliati in settimana dalla recente vicenda dei due nuovi epurati: Artini e Pinna, accusati di violare da mesi l'impegno grillino, cioè di restituire parte dello stipendio e di rendicontare tutto sul web. Come peraltro giustamente ricorda Travaglio "capire chi ha ragione e chi torto sul merito è arduo, ma anche inutile: c'erano mille strade per risolvere la questione in modo meno traumatico" e con la scusa, ricorda Travaglio si "regala al governo e ai suoi fans un'occasione d'oro per dire 'noi l'avevamo detto che Grillo sbaglia tutto'. In effetti. La ricetta di Travaglio - Un po di dati aiutano a capire la debacle grillina: la fuga di elettori "registrata in sei mesi in Emilia Romagna e Calabria (401.847 voti in meno rispetto alle europee di maggio)" ha sinistramente fatto gioire il M5s raffrontando (con un modus operandi che Travaglio giudica "doroteo") i dati  con le regionali del 2010, quando i grillini erano però ancora un embrione. "Il buon lavoro - a detta della penna del Fatto - dei parlamentari pentastellati resta così sullo sfondo". Infine una ricetta, Travaglio prova a darla a Beppe Grillo e compagni: "Eleggere 2 o 3 portavoce da mandare nei tg e nei talk meno indigesti a rappresentare la line del M5s evitando che a farlo sia il primo peone che passa". Basterà?

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