L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Non conosco Silvio Scaglia, ma da quel che leggo non dev'essere un tipo simpatico. Appena arrivato a Rebibbia ha fatto anche un po' lo sbruffone, confidando alla parlamentare giunta a verificarne il trattamento che lì si trovava bene, quasi come fosse alle Terme. Dai suoi amici, o meglio i suoi soci in affari, non sono venute grandi parole di sostegno, anzi, qualcuno ne ha approfittato per togliersi i sassolini dalle scarpe, regolando così vecchi conti in sospeso. Del resto uno che in una decina d'anni riesce ad accumulare una fortuna da un miliardo di dollari diventando il 13° uomo più ricco d'Italia, difficilmente risulta amabile, al massimo lo si guarda con invidia, per gioire al primo incidente. Ho fatto questa premessa per spiegare che pur non avendolo mai incontrato e non essendo favorevolmente impressionato dai suoi modi, mi domando perché l'ex fondatore di Fastweb stia ancora in carcere dopo quaranta giorni di detenzione. Quando la Procura di Roma ha emesso l'ordine di custodia cautelare accusandolo d'aver organizzato una truffa da 2 miliardi di euro, il finanziere torinese era all'estero e si è premurato di rientrare per spiegare ai pm la sua versione dei fatti. Dunque se ne deduce che non aveva intenzione di fuggire. I contratti nel mirino dei giudici perché sarebbero serviti a imbrogliare il fisco non sono più in vigore dal 2007 e quindi non c'è rischio di reiterazione del reato. In ultimo, Scaglia ha ceduto le sue azioni in Fastweb da tre anni e non esiste possibilità che possa inquinare le prove essendo fuori dall'azienda in cui sarebbero stati compiuti i reati. Nessuna, insomma, delle ragioni per cui di solito è richiesto il provvedimento della custodia cautelare pare esistere e perciò torno a domandarmi: come mai i magistrati titolari dell'indagine insistono a tenerlo in cella? Badate bene, io non entro nella questione in sé, nella responsabilità del manager della telefonia: mi limito a osservare che l'urgenza di farlo stare dietro le sbarre non esiste o per lo meno non si intuisce. Se i pm hanno elementi contro Scaglia così schiaccianti, chiedano il processo e lo facciano condannare, ma non si può accettare che la carcerazione preventiva sia diventata una sorta di anticipo di pena se non, addirittura, un sistema d'indagine, un metodo abituale per ottenere prove o riscontri che non si hanno. L'uso distorto del “tintinnar di manette” lo abbiamo sperimentato già ai tempi di Mani pulite e non mi pare abbia dato buoni frutti, ma vedo che la lezione non ha insegnato nulla. Immagino già le obiezioni: ma perché ti scaldi tanto per un tizio che nemmeno conosci e del quale perfino i suoi stessi amici, pardon: soci, non parlano benissimo, dipingendolo come un piragna della finanza? Magari non ci sarà ragione che stia in prigione per ciò di cui l'accusano, ma sconta tutte le spregiudicatezze del passato: una sorta di compensazione. E poi che ti preme di un riccone caduto in disgrazia quando le patrie galere sono piene di poveri cristi che stanno nelle stesse condizioni e di cui nessuno parla? E' proprio questo il punto. La questione non riguarda Silvio Scaglia: scrivo di lui perché è più conosciuto e dunque ne faccio un caso per discutere dei tanti che finiscono in gattabuia e lì rimangono dimenticati da tutti. Quante altre persone dovranno marcire in prigione in attesa di giudizio per poi scoprire, quando il giudizio ce l'hanno, che dietro le sbarre non ci dovevano stare? Il caso Romeo, imprenditore tenuto dentro per tre mesi come se fosse il peggior camorrista e poi riconosciuto innocente di quasi tutte le accuse che gli venivano mosse, non ha insegnato niente? E la storia di Filippo Pappalardi, il padre dei fratellini di Gravina di Puglia, che finì in carcere con l'accusa d'aver ucciso i figli e non c'entrava nulla? Scaglia sarà anche antipatico, ma questo finora non è reato. Se ci sono le prove un imputato va processato, ma la condanna preventiva non è ancora prevista nel nostro ordinamento, né per lui né per gli altri. Il ministro Alfano, visto che ha deciso di usare la mano forte con i giudici che sbagliano, inviando ispettori a destra e a manca, provi a fare una bella indagine sulla carcerazione preventiva e sulla ragioni con cui viene richiesta. Credo avrebbe delle sorprese. Comunque auguri di Buona Pasqua, a Scaglia, ai lettori, al ministro e perfino ai magistrati.