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Addio a Inzaghi, Nesta e Gattuso: pianto collettivo

Galliani prova a convincere Rino. Giallo Seedorf. Mentre Pippo...

Andrea Tempestini
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A San Siro cala il sipario sulle grandi stelle del Milan di Ancelotti. Il Diavolo, volente o nolente, cambia faccia. E nella domenica delle lacrime (consumate in gran quantità anche a Torino), a San Siro la commozione travolge Filippo Inzaghi, Rino Gattuso, Gianluca Zambrotta e Mark Van Bommel (nella gallery le foto della partita e della celebrazione dei tifosi). Superpippo, dopo una vita di successi nel Milan, dice addio a modo suo: entra in campo e dall'alto dei suoi 39 anni mette a segno l'ultimo gol in rossonero che vale tre punti contro il novara. Pippo piange disperato dopo il gol, s'inchina davanti al grido di giubilo della curva sud, e a fine partita - c'era da scommeterci - lascia intendere di aver voglia di giocare ancora. Al Milan? Difficile. Ma altrettanto difficile sarà vederlo a riposo nella prossima stagione. La frecciata di Gattuso - Ma in una domenica per cuori (rossoneri) forti, si congedano dal Meazza anche altri due monumenti. Per primo Sandro Nesta. E ancora Ringhio Gattuso: "Non voglio fare la mascotte", "non sono un gagliardetto", aveva spiegato con orgoglio. Ma che emozione: il centrocampista già piangeva come un bimbo nel riscaldamento pre gara, quando gli ultras gli dedicavano gli ultimi cori. Lacrime bissate a fine partita. Gattuso spiega che la sua storia in rossonero non è finita: "Il sogno è tornare ai Rangers come giocatore, ma mi rivedrete al Milan". Intanto, Galliani prova l'operazione impossibile: vuole fargli cambiare idea, vuole farlo restare. E da Gattuso arriva anche una stoccata alla società e allo spogliatoio: "Ora serve un leader. I giovani oggi si sentono già dei campioni. Penso anche ad El Sharaawy...può capitare anche che ti risponda...". Giallo Seedorf - Non è tutto: ci sono altre lacrime da versare. Perché dicono addio anche Mark Van Bommel, anche lui commosso dopo le lacrime versate nella conferenza stampa in cui annunciava la sua decisione, e Gianluca Zambrotta, uno dei più commossi, domenica, sull'erba di San Siro. Anche per loro cori e applausi da parte dello stadio. Infine il capitolo Clarence Seedorf: certo, cori anche per lui, ma non c'era la magliettona celebrativa esposta dalla curva. Un inidizio che potrebbe lasciar pensare che, alla fine, potrebbe anche restare al Milan nonostante i burrascosi rapporti con Allegri. Possibile, ma non probabile. Si sussurra che anche Clarence abbia detto addio al Milan, destinazione Brasile: il Botafogo lo aspetta.

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