(ANSA) - ROMA, 7 OTT - "Il confronto con De Sica è improponibile. Sarei un pazzo aspirante suicida solo a pensarlo. Ma è anche vero che il grande, inimitabile Vittorio fa parte del mio dna d'attore: chiunque ami il cinema e faccia questo mestiere non può prescindere da un'icona come lui che ha rivoluzionato il mondo del cinema". Pierfrancesco Favino - che nel film tv in due puntate Il Generale della Rovere in onda su Rai1 il 9 e 10 ottobre interpreta Giovanni Bertone, il protagonista del racconto di Idro Montanelli che nel film di Roberto Rossellini fu il grande Vittorio de Sica - ha dovuto fare i conti con le polemiche sollevate dalle dichiarazioni di Manuel De Sica, primogenito di Vittorio che, in una recente intervista ha duramente criticato l'idea di riproporre sul piccolo schermo quello che è ritenuto uno dei capolavori del cinema italiano. A chi gli osserva nel corso della conferenza stampa alla presenza del regista Carlo Carlei (Padre Pio), del produttore Angelo Rizzoli e del direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce, che i confronti con il film che nel 1959 vinse il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia saranno inevitabili, Favino replica: "Non abbiamo mai pensato, neanche per un istante di poter fare una gara con i tre mostri sacri con i quali saremmo stati paragonati, Montanelli, Rossellini e De Sica. Sarebbe stato come pensare di poter fare una gara sui 100 metri con Usain Bolt, ma lui è l'uomo più veloce del mondo e De Sica. Ma De Sica è un monumento cinematografico che ha fatto la storia del cinema dobbiamo tutti qualcosa a lui. Dunque non lo puoi imitare o peggio scimmiottare: se a cinque anni vedi Pane, amore e fantasia, come me e cresci con la convinzione che la divisa è quella. I conti con Vittorio, se fai questo lavoro, li fai quotidianamente e non solo se riproponi un film che lui ha già interpretato". E argomenta l'attore: "non ho cercato di copiarlo né di imitarlo, ma allo stesso tempo, chi vedrà Il Generale della Rovere di Carlei conoscendo già quello di Rossellini, inevitabilmente coglierà dei riferimenti che io per primo ho tenuto a inserire. In quanto potevano dare al personaggio quella sfaccettatura con cui era nato". E sottolinea ancora l'attore: "per me Bertone è di Sora. Le modifiche alla storia di Montanelli sono state fatte in realtà, nella pellicola del '59 per convincere De Sica che aveva sempre scelto la commedia ad accettare un ruolo cosi' drammatico. Nel romanzo Bertone e poi Della Rovere è un uomo piccolo di statura, con il naso adunco. L'esatto opposto di De Sica che per i suoi tempi era davvero alto. Ispirandosi a lui, nel film Bertone diventa schiavo del gioco". Insomma fa notare l'attore "qui non si tratta di voler copiare ma di comunicare. Inutile dire che l'ultima parola spetta al pubblico. Alla fine della fiera giudicate voi. Anche perché "più sono innarrivabili i modelli più, il nostro lavoro assume significato. Poi ovviamente è il pubblico che decide. Alla fine della fiera giudicate voi". Una stagione a