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Lombardo si dimette, la Sicilia torna al voto

Il governatore: "Da me gesto di responsabilità"

Alvise Losi
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A sorpresa è arrivato l'annuncio ufficiale: Raffaele Lombardo, governatore della regione Sicilia, ha dichiarato che si dimetterà il prossimo 28 luglio per andare alle elezioni tre mesi dopo, il 28 ottobre. Dimissioni attese - Erano mesi che tutti gli schieramenti politici chiedevano a Lombardo di fare un passo indietro e ora, dopo l'annuncio, in molti lamentano il ritardo nella decisione. Per Pdl, Idv e gran parte del Pd il presidente della Regione avrebbe dovuto dimettersi già oggi, ma il governatore ha spiegato la sua scelta con la necessità di far votare i cittadini in un fine settimana elettorale che non cadesse a metà estate. Devono correre tre mesi tra l'annuncio delle dimissioni e il voto. "Se mi fossi dimesso oggi - ha detto Lombardo - la Sicilia sarebbe andata al voto il 18 agosto e credo che la data fosse improponibile".  Problemi giudiziari - Lombardo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e sui suoi problemi giudiziari ha detto che "il termine giusto per definire la mia vicenda giudiziaria è 'travisamento', ossia una rappresentazione contraria alla realtà: chi mi ha infangato dovrà vergognarsi". E ha ribadito che "nessun governo nella storia della Sicilia, anche per dimensione delle risorse, ha mai svolto un'azione antimafia poderosa e senza esitazioni come il mio". Il governatore ha anche assicurato che non si ricandiderà alle prossime elezioni: "Lo confermo due volte con firma autenticata". Impegni istituzionali - Il 23 maggio, in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, è prevista la visita del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Lombardo ha detto che non parteciperà "per evitare imbarazzi", data la sua inchiesta.

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