Scambi pericolosi sul treno ad alta velocità
Mattias Mainiero risponde a Gianenrico Baroni
I signori contrari alla Tav perché disturba i loro sonni e deturpa il loro bel paesaggio e danneggia la loro salute, si chiedono per caso quando vanno in vacanza sulle autostrade, treni, aerei, il fastidio che procurano agli altri? Gianenrico Baroni e.mail Sì, credo che se lo chiedano. Anzi, ne sono sicuro. Gli ambientalisti, caro Baroni, quelli veri, sono strani tipi: fanno lunghe passeggiate a piedi, vanno in bici, comprano (se hanno i soldi) auto elettriche, odiano le buste di plastica. E difendono anche l'ambiente che non li circonda: per loro, la ferrovia sotto casa e il lontano buco dell'ozono sono la stessa cosa. E' gente onesta, pulita. Ma forse la domanda non è questa. La domanda è: i signori no Tav sono ambientalisti veri? Sono tutti abitanti della Val di Susa? La risposta è semplice: no, non sono ambientalisti veri e se ne strafregano della Val di Susa. Lei lo sa: questa è l'epoca dei sondaggi. E tutti i sondaggi dicono che la maggioranza dei valligiani non è contraria al progetto. Non fa salti di gioia, ovvio. Si preoccupa per la tranquillità perduta. Teme, vivendo in Italia, che i lavori durino all'infinito. Ma si è abituata all'idea e non si oppone alla modernità. Il che significa che le proteste non c'entrano nulla con l'alta velocità. C'entra con i no global, i militanti dei centri sociali, gli anarco-insurrezionalisti, i black bloc, con i professionisti della rivolta, qualche isolato fanatico della ribellione, con un variegato mondo che oggi sfrutta i dubbi della Val di Susa così come ieri sfruttava gli errori dei banchieri, i misfatti dell'alta finanza, la crisi greca e lo spread per portare avanti il progetto di sempre, che non è la difesa di questa o quella popolazione o la costruzione di una linea ferroviaria più compatibile con l'ambiente. E' la lotta al sistema, all'ordine costituito. E' la rivoluzione armata, si chiami essa proletaria o antimperialista o ambientalista. Storia vecchia. Accadde così con le Br. L'evidente tentativo è di farlo accadere anche ora, e molti sembrano non capirlo. L'area anarco-insurrezionalista, ha detto Antonio Manganelli, capo della polizia, «è pronta a fare il salto di qualità, è pronta all'assassinio». E poi ha aggiunto: «Dobbiamo capire che se fino ad oggi non è accaduto è perché abbiamo avuto la fortuna che non accadesse». E questo è il vero guaio: siamo, come spesso capita qui da noi, nelle mani della fortuna. Che è notoriamente cieca. [email protected]