Giuseppe Conte ha appena toccato il punto più basso a livello di consenso da quando è iniziata l’emergenza coronavirus. Se in una prima fase il gradimento del premier è schizzato alle stelle, adesso oltre la metà degli italiani (il 55,7%, secondo l’ultimo sondaggio di Termometro Politico) afferma di non avere fiducia in lui. Vittorio Feltri frena però gli entusiasmi riguardanti un governissimo, soprattutto dopo le ultime voci dal Quirinale, secondo cui il presidente Sergio Mattarella sembra essere “poco incline” ad un esecutivo di larghe intese. “Vogliono tutti mandare a casa Conte. Per sostituirlo con chi? E per fare cosa?”. Domande, quelle del direttore di Libero, che centrano perfettamente il punto della questione: per ora il premier rimane al comando perché, seppur non stia facendo un buon lavoro, è difficile da rimpiazzare: o meglio, una sua uscita di scena richiederebbe un ingresso di Matteo Salvini nel governo e secondo il Colle nessun premier di prestigio sarebbe disposto a legare il suo destino a quello del leader leghista.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.