Nostro malgrado, tengono banco i deliri grillini. Il balletto ridicolo sul voto sulla piattaforma Rousseau su Mario Draghi, le liti interne, il quesito scritto in modo demenziale (sia nella prima, sia nella seconda versione). Insomma, appesi a un manipoli di votanti, anzi di iscritti, alla piattaforma grillina. Roba da ridere, anche se ci sarebbe da piangere. Sullo sfondo lo scontro, durissimo, tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio, il primo favorevole al governo Draghi e il secondo, al contrario, schierato con i frondisti guidati da Alessandro Di Battista, il pentastellato a capo del fronte del "no" all'ex governatore della Bce.
E nel corso della sua Maratona in onda su La7, Enrico Mentana si è speso in una riflessione sulle ultime mosse politiche di Beppe Grillo, mosse in base alle quali, il M5s, potrebbe anche spaccarsi, potrebbe arrivare a una scissione che, in verità, è annunciata e cova sotto le braci da tempo. Secondo il direttore del TgLa7, "Beppe Grillo guarda lontano". Insomma, quella del comico sarebbe una strategia di ampio respiro, a lunga gittata, una manovra per provare a mantenere in vita i pentastellati, magari passando proprio per una salvifica scissione. Ma Vittorio Feltri mostra di non condividere in toto l'analisi di Mentana. E lo mostra su Twitter, con un cinguettio che non ha bisogno di particolari spiegazioni: "Beppe Grillo, dice Mentana, guarda lontano. Peccato che non veda un ca***", chiosa sarcastico il direttore di Libero.
Poco dopo, un secondo tweet di Vittorio Feltri. Nel mirino, ancora una volta, i grillini. Il direttore riprendere una presa di posizione assai critica del professor Marco Gervasoni, e twitta: "Ha ragione il prof Marco Gervasoni: gli elettori di 5 stelle sono una calamità, peggio dei vecchi comunisti", conclude il direttore. Insomma, i grillini il peggio del peggio.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.