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La contraerea "democratica" abbatte la Berlinguer: che cosa è successo davvero a Cartabianca

di Pietro Senaldi domenica 8 maggio 2022

2' di lettura

Qualunque azienda televisiva privata che, dopo un investimento di cinque anni, fosse finalmente riuscita a raggiungere l'obiettivo, visi abbarbicherebbe. La Rai però non è un'azienda privata e le sue logiche non rispondono al mercato. Fa servizio pubblico, splendida dicitura di alto profilo etico ma dentro la quale ci stadi tutto, compreso qualche servizietto privato. Stiamo parlando del caso Carta Bianca, che è poi il caso Bianca Berlinguer. Il format del martedì, unico talkshow di Viale Mazzini in prima serata rimasto, da qualche settimana sta andando bene come non gli era mai capitato prima; merito della guerra, ma anche di Alessandro Orsini, l'analista preferito da chi non ama la Nato e ancora meno ama gli Stati Uniti, e di qualche altro ospite che si ostina a sostenere che Putin sia uno statista e non un dittatore sanguinario. Insomma, il caso ha voluto che la primogenita del segretario del Pci che tutti i progressisti nostrani reputano il loro padre spirituale abbia aumentato gli ascolti da quando ha preso una linea totalmente sgradita agli attuali dirigenti del Pd.

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La premessa è d'obbligo: benché per nulla nostalgici di quello antico, tutto teso a delegittimare la politica di Salvini e dimostrare che l'Italia è culla di fascisti, noi di Libero siamo molto a disagio anche di fronte al nuovo corso del programma. Questo non significa però che non avvertiamo puzza di bruciato nella decisione della Rai di sopprimere la trasmissione della Berlinguer per sostituirla con una da affidare all'ottimo giornalista radiofonico Giorgio Zanchini, molto nel cuore dei dem. Sarebbe un po' come se l'Inter, in piena corsa scudetto, spedisse il suo bomber Lautaro Martinez in tribuna per sostituirlo con un esordiente nel ruolo che però al presidente Zhang piace molto.

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La vicenda ha subito un'accelerazione nell'ultima settimana, anche se parte da più lontano. Il Pd faceva da tempo pressioni per ridimensionare la conduttrice di Carta Bianca, alla quale era stata proposto un programma in seconda serata il lunedì, di tre quarti d'ora; offerta respinta al mittente. Il direttore generale Fuortes aveva lasciato una mezza porta aperta alle speranze della giornalista di restare al suo posto, ma in settimana c'è stato un diktat al quale neppure l'uomo più potente della Rai ha potuto opporsi. Qualcuno, molto in alto, avrebbe deciso di accontentare il Pd e giubilare la Berlinguer, rea di avere un cognome troppo pesante, che gli ex comunisti non riescono a gestire, ma soprattutto colpevole di condurre un programma su Raitre senza rendere conto ai dem, che ritengono di poter fare tutto quello che vogliono su quella rete, che trattano come cosa loro. Il siluramento verrà comunicato ufficialmente all'interessata tra qualche giorno, vedremo se accompagnato dalla proposta di una striscia quotidiana nel pomeriggio. La concorrenza ha già in fresco lo champagne; quanto al centrodestra, è accomodato sul divano, nel consueto ruolo di spettatore delle rese dei conti e dell'occupazione del potere da parte della sinistra; un ruolo che, specie quando si tratta di Rai, non riesce mai ad abbandonare.

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Albino Ruberti, Senaldi: "Qui si prova la nobiltà dei magistrati"

Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori. 

Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.