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Mafia: Pg, Mori perseguiva finalità occulte e ingannava magistrati

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Palermo, 26 set.- (Adnkronos) - Il generale Mario Mori "pur dopo la sua formale fuoriuscita dai Servizi segreti, nei quali peraltro ha fatto rientro al termine della sua carriera nei Carabinieri divenendo direttore del Sisde, ha sempre mantenuto, pur durante il servizio al Ros, il modus operandi tipico di un appartenente a strutture segrete, perseguendo finalità occulte". Ne è convinto il Procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, che ha proseguito la sua dura relazione davanti alla Corte d'Appello per chiedere la riapertura dibattimentale dopo l'assoluzione del luglio 2013. Non solo. Secondo l'accusa, rappresentata anche dal pg Luigi Patronaggio, Mori "ha sistematicamente disatteso i doveri istituzionali gravanti sugli ufficiali di pg tenuti ad attenersi alle norme del codice di procedura penale e i doveri di lealtà istituzionale nei confronti della magistratura, traendo in inganno i magistrati anche mediante l'omessa comunicazione della verità degli avvenimenti o avallando la rappresentazione di versioni false sugli avvenimenti". Nel chiedere alla Corte d'Appello, presieduta da Giuseppe Di Vitale, di riaprire il dibattimento, Scarpinato e Patronaggio hanno anche spiegato che il processo merita la riapertura per "dimostrare come la sentenza" di primo grado "sia pervenuta a conclusioni erronee, non solo per le motivazioni giuridiche ma anche perché il collegio giudicante in parte ignorava alcuni fatti che sono stati accertati solo successivamente e in parte ha fondato il proprio convincimento su una versione di alcuni avvenimenti che, a seguito, delle nuove prove acquisite, si è rivelata falsa, traendo cosi' in errore il giudicante". (segue)

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