Sanità: Sgherri (Rc), in Toscana è guerra Pd su riforma Asl
Firenze, 26 nov. (AdnKronos) - " E' guerra nel Pd sull'accorpamento delle Asl in Toscana. La formula Renzi, decisionismo-velocità, non vale a quanto pare per il governatore Enrico Rossi. Il calibro da novanta arriva infatti dal renziano doc Federico Gelli che dichiara la riforma addirittura illegittima e dal presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, rientrato in questi giorni, che chiede personalmente lumi ai sindaci revisori di aziende territoriali e ospedaliere. Questa la cronaca. Nel merito, lo ribadiamo ancora una volta, la proposta di riorganizzazione del sistema sanitario regionale di Rossi è irricevibile". Lo affermano, in una nota, Monica Sgherri, onsigliera regionale di Rifondazione Comunista, e Daniella Vangieri, responsabile regionale sanità Prc Toscana. "E' irricevibile non perché non sia necessaria la riforma di una impalcatura istituzionale pesante, o la riduzione di direttori generali e burocrazia, come avevamo chiesto già quattro anni fa, ma perché fatta in questo modo, a pochi mesi dalla fine della legislatura, senza ancora uno straccio di programmazione - spiegano Sgherri e Vangiedri - un piano scritto (la famosa legge collegata alla finanziaria regionale, che ad oggi non c'è), senza aprire un confronto, non solo formale, con gli operatori del settore, la riforma ha così un solo vero obiettivo, risparmiare 400milioni. Tagliando sul lato del lavoro, e a ricaduta sui servizi e le prestazioni sanitarie". "Tagli di circa mille tra medici e infermieri ad ora, forse cinquemila (il 10% annunciato da Rossi), che una volta 'tagliati' fuori dal sistema nessuno ci assicura che, per mettere a regime il risparmio raggiunto, saranno riassunti in futuro. E comunque per due anni, come prevede la legge, nessuna riassunzione è possibile. Ma, soprattutto, con il grosso del risparmio che verrebbe dagli accorpamenti dei reparti, vale a dire dai tagli ai posti letto: mille euro al giorno di media. Tutte misure che rischiano di assestare un altro durissimo colpo al servizio sanitario pubblico", concludono le esponenti di Rifondazione Comunista.