Mafia: cocaina dall'Argentina a Palermo, 'I ragazzi adesso la fumano'
Palermo, 12 ott. (AdnKronos) - "Perde tempo perché i ragazzi fumano, sono finiti i tempi di una volta che tiravano e la portavano in tasca... ora se la mettono nella sigaretta perciò gli dura...non è come quello che fa una strisciata e ha finito, nella sigaretta ce ne metti poco e sballi lo stesso, però per fumare non va bene!". Così, in un'intercettazione, Pasquale Di Salvo spiega a Andrea Militello i cambiamenti del modo dei giovani di consumare la cocaina, fornendo anche una spiegazione nei ritardi dei pagamenti della droga ricevuta - 100 grammi su una partita di un chilo dal valore di 44mila euro - da parte di Gioacchino Bonaccorso, detto 'Iachino'. E' uno dei particolari che emerge dall'indagine su un traffico di droga tra l'Argentina e l'Italia scoperto dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo e che oggi ha portato a dodici arresti. Un traffico dietro il quale c'era la mano di Cosa Nostra bagherese e in particolare di Nicolò Testa, considerato il reggente della famiglia mafiosa, e il suo stretto collaboratore Carmelo D'Amico. I due sarebbero entrati in affari con Salvatore Drago Ferrante, procacciatore all'ingrosso di cocaina, il quale in qualche mese aveva messo su una squadra, di cui facevano parte anche Andrea Militello e Pasquale Di Salvo, che si occupava di 'piazzare' la droga sul mercato palermitano.