Cerca
Cerca
+

Dell'Utri: vescovo Mogavero, disumano negargli il calore della famiglia (3)

  • a
  • a
  • a

(AdnKronos) - Monsignor Mogavero spiega poi: "Il carcere non è una vendetta delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Se perdiamo di vista che il carcere serve non a vendicare la pubblica opinione per un fatto grave che l'ha colpita, ma serve per mettere in condizione, chi ha violato le leggi, di capire il male che ha fatto, e incamminarsi per un percorso di riabilitazione, se perdiamo di vista questo, allora le carceri ci sono e devono essere dure per tutti. E non devono aprirsi se non a conclusione della pena con il massimo del rigore. Se, invece, ci rendiamo conto che il carcere è un luogo di pena ma è anche un luogo dove ci sono delle persone e non dei mostri, o delle belve, perché nessuno è belva, neppure chi si è macchiato del delitto più grave, perché ha sbagliato, ma rimane sempre un uomo e non una bestia, questo bisogna tenerlo presente sempre". "Io mi metto dalla parte dell'uomo, non mi metto dalla parte dell'ordinamento, perché la giustizia probabilmente ha delle regole alle quali deve obbedire e non può tenere conto, se non nell'ambito di margini che l'ordinamento contempla nella sua discrezionalità - dice ancora monsignor Mogavero - Ma io, come uomo, dico che il carcere è un luogo terribile. Non so se tra quelli che hanno atteggiamenti oltranzisti siano mai entrati in un carcere. Io rimango molto colpito, ad esempio, dal rumore terribile delle chiavi che girano". "E poi - aggiunge - - i volti dei detenuti sono i volti delle persone che incontriamo tutti i giorni. E quando li vedo partecipare a messa o quando li sento parlare alla fine della messa, mi rendo conto che è una umanità ferita che ha bisogno di amore e non di sferzate continue. Allora io dico: a volte bisogna che il rigore delle legge sia temperato da una forte umanità. Perché altrimenti non abbiamo fatto né il loro bene né delle loro famiglie, né il bene della società".

Dai blog