Salvini risponde a Veronesi: "Buon viaggio"
Migranti
Roma, 9 lug. - (AdnKronos) - "Ottima idea: buon viaggio!". Così in un tweet il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta la lettera aperta, pubblicata oggi dal 'Corriere della Sera', dello scrittore Sandro Veronesi, che invita Roberto Saviano a salire con lui sulla nave di una Ong. Ciò che sta accadendo nel Mediterraneo "è inaccettabile - scrive Veronesi - ma non perché i barconi colmi di persone partono dalle coste libiche verso il nostro paese: questo è un fenomeno comune, si chiama migrazione - anche poco significativo, in termini strettamente numerici -, che nel mondo è sempre esistito. È inaccettabile perché inaccettabile è la propaganda che l'accompagna, e che rovescia la realtà chiamando 'pacchia' o 'crociera' la tortura cui quegli esseri umani sono esposti, e li vuole lasciare in balia degli scafisti o della guardia costiera libica, cioè i veri 'trafficanti di uomini', calunniando con quella definizione le Ong che cercano di salvarli". "Tutto questo è atroce e provoca un'angoscia che io fatico a sopportare - sottolinea - E poiché vedo che fine fanno le parole, ora che la mistificazione ha superato, in termini di consenso popolare, la corretta informazione, mi chiedo se non sia il caso di rompere gli indugi e metterci direttamente il corpo. Perché noi siamo un corpo, e anche le nostre parole vengono dal nostro corpo, e il corpo è ben più di esse - il corpo è la vita stessa". "Ecco dunque che scrivo a te, caro Roberto, dato che il tuo corpo è già in ballo, da anni, è già sul campo - e infatti ogni tanto spunta la minaccia di 'toglierti la scorta', cioè di lasciarlo indifeso, quel tuo corpo: una minaccia che a me, per esempio, non può essere rivolta -. Scrivo a te perché in questa condizione hai certamente sperimentato una certa solitudine. E ti dico che 'metterci il corpo' per me ha un significato solo - scrive Veronesi - significa andare laggiù, dove lo scempio ha luogo, e starci, col proprio ingombro, le proprie necessità vitali, la propria resistenza, lì".