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Università: connessi a Google durante test Medicina, esposto a Procura e class action

AdnKronos
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Palermo, 20 set. (AdnKronos) - Una class action e un esposto alla Procura per "tutelare il diritto allo studio". A presentarla oggi a Palermo sono stati i legali dello Studio Leone-Fell, secondo i quali in tutta Italia almeno un migliaio di candidati ai test d'ingresso alla facoltà di Medicina dello scorso 4 settembre ha barato, utilizzando dispositivi elettronici per cercare le risposte alle domande della selezione. "Riteniamo che sia a rischio la validità dell'intera procedura e il futuro di migliaia di studenti che resteranno fuori dalla selezione per errori non loro - hanno detto gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, sostenuti dal penalista Andrea Merlo incontrando i giornalisti -. Essendo una selezione nazionale, infatti, quello che succede in una singola sede si ripercuote inevitabilmente anche su tutte le altre, falsando risultati e graduatoria". I responsabili dello studio legale, con la collaborazione dell'associazione studentesca Rete universitaria nazionale (Run), hanno incaricato Antony Russo, esperto di analisi della rete che lavora a Londra, e i suoi collaboratori, di verificare quante fossero state, nel momento in cui si svolgeva il test, le richieste poste attraverso i motori di ricerca sugli argomenti delle sessanta domande della selezione. I risultati sono stati sorprendenti. Nella nona domanda, hanno spiegato gli avvocati, si chiedeva di inserire i due ultimi numeri nella sequenza 2-3-7-13-27. Il quattro settembre le ricerche su questa specifica sequenza sono cominciate alle 11.33 e secondo gli esperti di statistica la probabilità che venisse richiesta quella specifica serie di numeri è di una su 622 milioni. Più facile vincere al Superenalotto. La domanda numero 21, sul significato del termine 'frattale', rappresenta un altro esempio: rispetto alla media giornaliera degli ultimi anni il numero di ricerche registrato durante il test è stato esattamente del 12.423 per cento in più.

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