Migranti: inquirenti, 'Sea watch fece rotta verso Lampedusa perché convocati da pm'
Palermo, 2 feb. (AdnKronos) - Dal giorno del trasbordo dei migranti sulla Sea Watch 3, avvenuto il 19 gennaio scorso, fino alle 12,20 del 21 gennaio, "la motonave è rimasta all'interno dell'Area sar libica in attesa di ricevere risposta alle proprie richieste di indicazione del porto sicuro rivolte alle stesse autorità libiche a Malta e all'Italia". E' quanto accertato dalla Procura di Catania che indaga sullo sbarco dei 47 migranti dalla Sea watch. "Con la prima Autorità le comunicazioni si sono interrotte perché i libici mostravano di non comprendere la lingua inglese, mentre quelle italiane e maltesi avevano rappresentato la loro non competenza ad agire secondo le norme delle convenzioni internazionali - fanno sapere dalla Procura - Durante questi due giorni le condizioni del mare si erano mantenute buone". "Dalle 12,20 del 21 gennaio la motonave aveva effettuato un cambio di rotta verso Nord in direzione del Canale di Sicilia in condizioni meteomarine che non presentavano alcuna situazione di pericolo per la motonave e dalle ore 1 del 22 gennaio la navigazione era proseguita verso le coste di Lampedusa a seguito di convocazione da parte della Procura". La nave dell'ong è poi rimasta in quell'area fino alle 13 del 23 gennaio, "perché successivamente l'imminente e previsto peggioramento delle condizioni meteomarine in zona induceva il Comandante a procedere verso le coste orientali della Sicilia piuttosto che dirigersi verso le coste tunisine, benché più vicine in termini di distanza", come dicono i magistrati. "Tale decisione è apparsa giustificata agli investigatori perché la rotta tunisina avrebbe costretto la nave a muoversi 'in direzione della perturbazione meteo in arrivo'. Da quanto detto emerge che le condizioni meteo marine avverse si sono presentate quando ormai la motonave si trovava in posizione tale da rendere più sicura la rotta verso la Sicilia orientale e che invece la scelta del 21 gennaio di dirigersi verso Nord in direzione del Canale di Sicilia, allontanandosi dalle coste tunisine, non era dettata da alcuna situazione di pericolo. Secondo i testi della motonave escussi tale opzione era dovuta al fatto che in precedenti esperienze le Autorità tunisine non avevano consentito a quella ONG neanche di approdare presso i loro porti per fare rifornimento".