Sanità: assessore veneto, 'basta dire no a soluzioni per carenza di medici'
Venezia, 23 apr. (AdnKronos) - “Mentre ad ogni livello, a cominciare dalle Regioni come il Veneto, si lavora per dare risposte alla drammatica carenza di medici negli ospedali italiani, tocca purtroppo prendere atto che gli unici a desiderare ardentemente che nulla cambi, sono certi sindacati dei medici, come l'Anaao Assomed e il suo Segretario nazionale Carlo Palermo, che parla di 16 mila medici pronti per essere assunti negli ospedali con contratti a tempo indeterminato. Gli chiedo di presentarcene 1.300, quelli di cui ha bisogno il Veneto e non si riesce ad assumere perché non partecipano alle chiamate. Caro Palermo, sarebbe ora di fare squadra e di cercare le soluzioni tutti assieme, invece che dire di no a tutte quelle che gli altri propongono”. Così, l'Assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin commenta le dichiarazioni del segretario Nazionale dell'Anaao Assomed, che critica pesantemente le iniziative assunte dalla Toscana e dal Veneto in materia di ricerca dei medici necessari da inserire negli ospedali. “Tra le cose che Palermo dimostra di non sapere – aggiunge l'Assessore – c'è che a tutto il 15 marzo scorso la Regione Veneto aveva messo a concorso 246 posti, ma i candidati in graduatoria sono stati soltanto 118, con una differenza negativa di 128. Altri 86 posti sono previsti in un concorso in fase di espletamento; ulteriori 19 posti sono in fase di pubblicazione del concorso sulla Gazzetta Ufficiale. Sono in fase di indizione altri concorsi per 301 posti. Ciò significa che, se vi fosse l'adesione da parte dei professionisti, la Regione sarebbe pronta a contrattualizzare in breve tempo 652 medici”. “Detto questo, e premesso che non entro nel merito delle decisioni assunte da altre Regioni – aggiunge la responsabile della sanità veneta - vorrei anche capire da dove Palermo inventa la triste definizione di ‘sanità low cost', dal momento che la prospettiva in Veneto è quella di assumere i giovani medici specializzandi negli ospedali pubblici con un regolare contratto, con tutte le tutele del caso e con la straordinaria occasione professionale di crescere affiancati e guidati dai colleghi più esperti. Certe dichiarazioni – conclude l'Assessore – lasciano purtroppo immaginare che si vogliano soltanto difendere posizioni di rendita acquisite, alla faccia del futuro dei giovani medici”.