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Cassazione: l'insofferenza per la suocera puo' essere sfogata con un 'vipera'

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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - L'insofferenza nei confronti della suocera può essere sfogata con un 'vipera'. Il via libera arriva dalla Cassazione che sottolinea come non rientrino nella "condotta di ingiuria le espressioni verbali che si risolvano in dichiarazioni di insofferenza rispetto all'azione del soggetto nei cui confronti sono dirette e sono prive di contenuto offensivo nei riguardi dell'altrui onore o decoro, persino se formulate con terminologia scomposta ed ineducata". Ecco perchè la Quinta sezione penale ha annullato la condanna per ingiuria aggravata con relativo risarcimento a favore della suocera nei confronti di Michele D.A., un siciliano che davanti alle forze dell'ordine aveva descritto il comportamento della suocera così: "è scesa mia suocera come una vipera, come una vipera". La donna si è sentita ingiuriata ed ha fatto partire la denuncia. Con tanto di condanna di Michele D.A. da parte del tribunale di Nicosia (ottobre 2012) per ingiuria aggravata. Contro la condanna, la difesa dell'uomo ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che l'epiteto utilizzato non aveva valenza offensiva poichè era finalizzato a descrivere alle forze dell'ordine l'esito di una "lite aspra" maturata nell'ambito di rapporti familiari tesi. Piazza Cavour ha accolto la tesi difensiva e ha annullato la sentenza impugnata. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che l'espressione incriminata "è stata pronunciata in un contesto di rapporti tesi (la sentenza di primo grado fa riferimento ad "un'acredine personale, a causa di fatti pregressi, che hanno portato a questioni giudiziarie"), legati ad un quadro di conflittualità derivante dalla crisi del rapporto dell'uomo con la moglie" (figlia della parte offesa). La Suprema Corte ha così assolto l'espressione 'vipera' in quanto "è stata utilizzata per descrivere agli agenti intervenuti l'azione della donna, 'scesa come una vipera'. Ora - aggiungono gli 'ermellini' - se è vero che il reato di ingiuria si perfeziona per il sol fatto che l'offesa al decoro o all'onore della persona avvenga alla sua presenza, è altrettanto vero che non integrano la condotta di ingiuria le espressioni verbali che si risolvano in dichiarazioni di insofferenza rispetto all'azione del soggetto nei cui confronti sono dirette e sono prive di contenuto offensivo nei riguardi dell'altrui onore o decoro, persino se formulate con terminologia scomposta ed ineducata".

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