Carceri: dati e soluzioni per tossicodipendenti, workshop a Roma
Roma, 7 feb. (Adnkronos) - Definire meglio le tecniche di rilevamento ed elaborazione dati per programmare le soluzioni alternative al carcere destinate alle persone tossicodipendenti. E' l'obiettivo al centro del workshop tecnico scientifico "Carcere e tossicodipendenza", coordinato dal dipartimento Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, che si svolgerà mercoledì 12 febbraio. L'incontro si pone come momento di confronto tecnico-scientifico tra i ministeri, le amministrazioni locali, gli enti di ricerca e le organizzazioni coinvolte nello studio del fenomeno, per discutere la chiarezza, validità e rappresentatività dei dati informativi da inserire nella Relazione annuale al Parlamento. All'esame, tra gli altri, i dati relativi alla popolazione detenuta per violazione del D.p.r. 309/90 artt. 73 e 74, ai detenuti con 'diagnosi' di tossicodipendenza, alla differenziazione delle tipologie di reato nei soggetti tossicodipendenti detenuti, ai trattamenti per la tossicodipendenza in carcere, agli esiti dell'alternativa alla pena, e alle modalità di rappresentazione dell'andamento temporale. "Siamo fermamente convinti che il carcere non è e non deve essere un luogo di cura delle tossicodipendenze, così come esplicitamente previsto dagli attuali atti normativi" dichiara Giovanni Serpelloni, capo del Dpa, che sottolinea: "non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere. Esistono da tempo dispositivi di legge che permettono di realizzare tale intervento, ma purtroppo sono ancora molto poco sfruttati". "Le persone tossicodipendenti devono e possono essere inserite in programmi di cura e riabilitazione, sia territoriali che residenziali, al fine di restituirle ad una vita sana e ben integrata sia socialmente che lavorativamente" precisa il capo del Dpa, che conclude: "auspichiamo che questo workshop possa contribuire a rafforzare le basi di conoscenza per comprendere quali siano le cause di un così ridotto ricorso alle misure alternative, per poter incrementare il flusso di tossicodipendenti e alcoldipendenti dal carcere verso percorsi di cura e riabilitazione. Vale la pena di ricordare un dato molto positivo, purtroppo poco conosciuto: il 75 % dei tossicodipendenti provenienti dal carcere ed inseriti nei programmi alternativi sulla base dell'art. 94 del DPR 309/90, conclude con successo il percorso riabilitativo, con cessazione dei comportamenti criminali e dell'uso di droghe".