Pesaro, 23 nov. (Adnkronos) - A Pesaro un detenuto marocchino si è inferto volontariamente ferite talmente gravi da rendere necessario un ricovero in ospedale. Lungo la strada, però, ha dato in escandescenze, forse in un tentativo di evasione, ed è stato bloccato dai tre agenti penitenziari di scorta, rimasti feriti nella colluttazione e refertati con 7 giorni ciascuno. A riferire l'episodio, avvenuto nei giorni scorsi, è Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp. "E' l'ennesimo caso che mostra quanto la situazione delle carceri sia ad oggi assolutamente invivibile, per i detenuti come per gli agenti - spiega Di Giacomo all'Adnkronos - Una situazione di emergenza ignorata da un mondo della politica distante, che non sa far altro che ingannare il cittadino alimentando l'illusione che il carcere rappresenti una soluzione ai problemi di sicurezza. Entro gennaio il nostro paese dovrà dare una risposta all'Europa, e forse a Natale, o a gennaio, si tornerà a parlare di indulto e amnistia. Noi non condividiamo questa soluzione, che però rimarrà l'extrema ratio visto che il Parlamento avrebbe potuto fare riforme strutturali, a cominciare dalle depenalizzazioni, ma non l'ha fatto". Di Giacomo pone l'accento sulle condizioni drammatiche in cui sono costretti a vivere i detenuti e di riflesso anche gli agenti penitenziari, facendo riferimento a un tragico allarme suicidi che riguarda non solo i carcerati: "Dal 2000 a oggi la polizia penitenziaria ha avuto oltre 100 morti: ci sono 5 agenti all'anno suicidi nelle carceri. Nell'ultimo anno e mezzo ne abbiamo avuti 8 con quello di Modena. Ma ancora non c'è un organo deputato a vigilare sulle condizioni in cui la polizia penitenziaria è costretta ad operare. E' aberrante".