Napoli, 10 dic. - (Adnkronos) - La Dia di Napoli ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, nei confronti di Francesco Bidognetti, detto Cicciotto e' Mezzanotte, capo storico dell'omonimo gruppo del clan dei Casalesi, detenuto a Parma in regime di 41 bis. A carico di Bidognetti e di altre persone sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza per i reati di disastro doloso e avvelenamento delle falde acquifere aggravati dal metodo mafioso e dal fatto di aver agevolato il clan dei Casalesi. Secondo la Dia di Napoli, che oggi ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Bidognetti, il capo dell'omonimo clan insieme ad altre persone creo' e diresse , tra la fine degli anni '80 e la prima meta' degli anni '90, la societa' Ecologia 89. La societa' fu creata allo scopo di dare copertura formale all'illegale ciclo di smaltimento trans-regionale dei rifiuti, prevalentemente provenienti da produzioni industriali del Nord Italia, gestito in regime di monopolio e fondato, per la specifica accusa, sullo sfruttamento delle discariche di Giugliano in Campania (localita' Scafarea) riconducibili a Chianese Cipriano, 61 anni. In particolare i rifiuti erano provenienti dall'Acna di Cengio. La Dia di Napoli, secondo quanto emerso durante le indagini, considera Francesco Bidognetti uno dei protagonisti dell'avvelenamento di un'imponente falda acquifera, un disastro che si e' sviluppato in una spirale apparentemente inarrestabile, perseguita per un ventennio, con esposizione al pericolo in particolare dei minori, maggiormente esposti alla potenziale assunzione di sostanze cancerogene. Secondo quanto spiega la Dia di Napoli, con le indagini e' stato delineato, oltre "al disastro ambientale, l'avvelenameno della falda acquifera sottostante ai siti della discarica, con rischio per l'agricoltura, per la salute animale e la salute umana per la presenza di alcune sostanze con concentrazione oltre il limite tabellare dell'allora vigente dm 471/99 per superamento delle Concentrazioni Soglia di contaminazione nelle acque sotterranee prelevate dai pozzi, avvelenamento e disastro permanente con picco dalle contaminazione e dell'avvelenamento della falda acquifera previsto al piu' entro il 2064, quando anche la naturale e piu' lenta migrazione dell'enorme massa di percolato stagnante raggiungera' la falda sottostante gli invasi Resit e si aggiungera' alla contaminazione in atto". La Dia di Napoli sottolinea che "la falda acquifera sottostante ai siti di discarica, in progressivo deficit idrico e sempre piu' compressa per la vicinanza al mare e per l'intrusione salina risultava fortemente emunta in zona per l'attivita' agricola e per scopi alimentari dalla popolazione residente nel comprensorio limitrofo". E' stata accertata la vastita' di inquinamento dell'area gestita dalla Setri, poi Resit Srl di Giugliano (pari a circa 21,4 ettari), la durata ultraventennale degli smaltimenti di rifiuti pericolosi congiunti alle altre tipologie, l'immensa quantita' di percolato veicolato e veicolabile nel sottosuolo (stimata in complessive 57.900 tonnellate), la previsione della contaminazione per effetto del percolato almeno fino al 2080, le quantita' dei rifiuti smaltiti pari ad almeno 806.590 tonnellate (di cui 99.400 tonnellate smaltiti in rilevato) la pericolosita' e la commistione dei rifiuti li' smaltiti, la vastita' e la profondita' dei luoghi coinvolti dagli smaltimenti illeciti, l'assenza di presidi tecnici per gli invasi, le modalita' abusive degli smaltimenti, la fratturazione della formazione tufacea al di sotto degli invasi, unica barriera naturale tra gli invasi e la falda. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere eseguito dalla Dia di Napoli nei confronti di Francesco Bidognetti accusato di disastro doloso e avvelenamento delle falde acquifere, ricostruisce anche le responsabilita' di Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e Giulio Facchi, ex subcommissario per l'emergenza rifiuti in Campania. Per loro tre il giudice ha ritenuto assenti le esigenze cautelari. Secondo il gip Chianese e Cerci sarebbero organizzatori della programmazione ed esecuzione criminale. Chianese fu arrestato il 4 gennaio 2006 su provvedimento restrittivo richiesto dalla Dda ed eseguito anche allora dagli agenti della Dia di Napoli per la gestione di quattro distinte discariche a Scafarea mai autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Gia' in quel provvedimento era documentata la partecipazione di Chianese al clan dei Casalesi, "prova poi incrementata", scrive la Dia di Napoli, attraverso altre fonti collaborative. Secondo la Dia di Napoli Chianese poteva contare "sulla disponibilita' di uomini dello Stato, come il sub commissario di Governo Giulio Facchi, da cui aveva ottenuto autorizzazioni illecite e abnormi fondate su falsita' ideologiche". Chianese si trova ai domiciliari dal 2009 "per altri delitti estorsivi commessi in danno del commissario di Governo per l'emergenza rifiuti".