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"Equitalia vìola la Costituzione,per questo io la denuncio"

L'intervista a Gianfranco Librandi, leader di Unione Italiana: "L'agenzia ci toglie il sacrosanto diritto al lavoro e alla salute". E' pronto un esposto

Andrea Tempestini
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intervista di Edoardo Cavadini «Equitalia stritola i cittadini e va contro la Costituzione: lede il diritto al lavoro, al libero esercizio dell'attività economica, e anche il diritto alla salute». Gianfranco Librandi, imprenditore globale (sistemi intelligenti di illuminazione) fulminato sulla via della politica - ha fondato Unione Italiana (presente di successo in molte amministrazioni locali, sconfitta alle passate comunali milanesi a fianco dell'ex sindaco Moratti) - non le manda a dire a Befera e ai suoi esattori.  «Non parlo a vanvera, abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni, richieste di aiuto e grida di disperazione di cittadini e imprenditori schiacciati dal meccanismo perverso della riscossione di Stato. Vittime di cartelle pazze, errori burocratici ma soprattutto di un sistema concepito per mozzare l'ossigeno a chi deve pagare e che sempre più spesso - come abbiamo visto, purtroppo - mette all'angolo i più deboli, col rischio che qualcuno faccia gesti disperati». Si riferisce alle decine di suicidi degli ultimi 12 mesi? «Mi ha colpito molto la lettera di una signora di un paese in provincia di Como rimasta vedova perché il marito non riusciva a star dietro alla moltiplicazione degli interessi che Equitalia applica automaticamente. Ma anche gli attentati alle sedi dell'ente (l'ultimo due giorni fa a Verona, senza vittime ndr) sono spie pericolose. Tutto questo non è degno di un Paese civile». Cosa si può fare per mettere un freno a questa spirale? «Unione Italiana presenterà entro dieci giorni un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro Equitalia». Un esposto per cosa? «Chiederemo agli organismi inquirenti di valutare se non ci siano stati abusi nei confronti dei cittadini da parte dell'organismo di riscossione dello Stato. Noi pensiamo che, così come agisce ora, Equitalia vìoli la Costituzione». Un'accusa pesante. «Parlano i fatti. Il diritto al lavoro e al libero esercizio delle attività economiche come può essere esercitato da un imprenditore-cittadino che si vede pignorati i macchinari, in certi casi senza nessun preavviso? E cosa dire di chi si toglie la vita, oppure piomba nella depressione o si ammala perché stritolato dall'elefante burocratico che è Equitalia? Il diritto alla salute che fine fa? E il diritto al buon andamento, all'imparzialità ed all'efficienza di una pubblica amministrazione, gravemente compromesso dal cumulo di irregolarità formali (vedi le famose cartelle pazze), di atti illegittimi, di interpretazioni restrittive posti in essere da Equitalia e spesse volte sanzionati dalla magistratura?». Si può avere un fisco equo? «Certo che sì, in Inghilterra, Germania, Svizzera è già realtà. Guardi basterebbero già due cose per migliorare la situazione: 1) Aggio dimezzato al 4,5% 2) Debiti rateizzati ma secondo la reale possibilità economica individuale: un piano di rientro per una grossa industria non può essere uguale a quello di un pensionato. Oggi lo scandalo italiano è che non c'è nessuna differenza». Cosa vi aspettate di ottenere? «Intanto che Befera e il suo esercito di ottomila funzionari vengano messi di fronte alle proprie responsabilità, ove riscontrate. Unione Italiana difenderà i cittadini di fronte allo strapotere dell'ente, in attesa che il governo faccia qualcosa invece di promettere e basta». Monti ha lanciato la campagna elettorale con gli annunci: in primis giù le tasse. Non è credibile detto da chi non ha fatto che alzarle. «Monti ci ha ridato credibilità all'estero, ma oltre alle politiche di rigore non riesce ad andare. Serve un cambio di passo, che stimoli la crescita. Noi una ricetta semplice l'abbiamo: meno tasse per abbattere il fenomeno dell'evasione e così far ripartire l'economia».

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