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Allarme europeo sull'Italiazero crescita, altri sacrifici

di Lucia Esposito domenica 11 novembre 2012

2' di lettura

Nel giorno in cui in  America Barack Obama prometteva che il meglio deve ancora venire, l'Europa ha avvisato l'Italia che il peggio non è passato. "Si potrà assistere ad   una ripresa tiepida solo a partire dalla seconda metà del 2013. Lo   dice la Commissione europea, che prevede per l’anno prossimo una   contrazione del Pil limitata allo 0,5% (a maggio scorso aveva invece   previsto un +0,4%), mentre nel 2014 una crescita dello 0,8%.   "Sulla base dell’assunto di una graduale normalizzazione delle   condizioni sui mercati finanziari e di un’incertezza ridotta - scrive   l'esecutivo Ue nelle previsioni economiche d’autunno pubblicate oggi -  il ritmo di contrazione dell’attività economica dovrebbe decelerare   nella seconda metà del 2012, dopo due trimestri consecutivi di   diminuzione del Pil reale dello 0,8%". L'attività economica, secondo la Commissione, dovrebbe   "cominciare a crescire di nuovo dalla seconda metà del 2013, ma ad un  ritmo ancora debole". In particolare, il prossimo anno, i consumi   privati dovrebbero contrarsi ulteriormente, per "tornare in territorio  positivo solo nel 2014".     Pareggio di bilancio lontano La Commissione stima un pil in calo del 2,3% (-2,4% le previsioni del governo) quest’anno e dello 0,5% (-0,2%) per il 2013. Se poi le tensioni sui mercati finanziari dovessero allentarsi, cosa nient’affatto scontata, l’Italia potrebbe acciuffare uno 0,8% di crescita (rispetto ad un +1,1% previsto da Palazzo Chigi). Il prolungamento della recessione avrà effetti devastanti sul mondo del lavoro. La disoccupazione è, infatti, destinata ad aumentare ancora nei prossimi due anni, passando dal 10,6% del 2012 (contro l’8,4% dell’anno scorso) all’11,5% del 2013 fino all’11,8% del 2014. Il commissario Ue Olli Rehn, ha spiegato che a piegare l'ItaliA è stato il combinato disposto delle manovre correttive e delle «pressioni al rialzo sui tassi di interesse», che hanno «amplificato l’impatto depressivo del consistente consolidamento di bilancio sulla domanda interna» . La Commissione europea conferma che l’Italia otterrà il pareggio di bilancio strutturale nel 2013 (-0,4%), ma sarà solo un miraggio. Per il 2014, a politiche invariate, il deficit salirebbe di nuovo a -0,8%. Quanto al debito (previsto al 126,5% nel 2014), Rehn ha avvertito che «il ritmo rallentato di riduzione» rispetto a quanto previsto in primavera, «è fonte di preoccupazione soprattutto nel contesto di una prospettiva di crescita lenta». E all'orizzonte si profilano nuove manovre correttive,   

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