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Monti chiede lo sconto a Bruxelles:"Troppi tre miliardi all'Unione"

Tanto versa il nostro paese all'Unione, ricevendo indietro solo 1,5 miliardi di euro. Il premier: "Italia penalizzata, situazione va cambiata"

Lucia Esposito
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   A Bruxelles in queste ore si decide il futuro dell'Unione europea. Si decide sul bilancio da applicare per i prossimi 7 anni. Un appuntamento importante che comincia in un clima di tensione con la Gran Bretagna e i paesi del Nord Europa furiosi per la proposta di aumentare le spese europee tra il 2014 e il 2020 mentre in ogni Stato nazionale la regola è l'austerity. Sono previsti tempi lunghissimi. E lunghe, estanuanti, trattative. L'accordo deve esserci. Altrimenti sarebbe un segnale di grande debolezza per l'Unione. L'Italia si presenta con il premier Mario Monti e il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero, decisi a ottenere condizioni migliori per l'Italia, che da anni versa troppi soldi nelle casse di Bruxelles ottenendo poco.    Il Prof è determinato - Monti ha sottolineato che "per noi è assolutamente essenziale che l'Italia ottenga risultati migliori di quelli di oggi. L'Italia finora è stata sproporzionatamente penalizzata, anche se per noi non è così importante, come per altri, un limite al totale del bilancio, perchè  certe cose ormai sono prodotte più efficacemente a livello   comunitario che a livello nazionale e quindi farebbero risparmiare i bilanci degli Stati membri. In ogni caso questo è un negoziato molto serio. Sono in gioco i prossimi sette anni   dell'Unione Europea".   La posizione italiana -  L'Italia che paga 3,2 miliardi e ne incassa 1,5 è andata all'incontro determinatissima, almeno nelle parole di Enzo Moavero, ministro degli Affari Europei: "CHiederemo uno sconto sul nostro contributo al bilancio europeo, sul   modello di quello di cui godono Svezia, Olanda, Austria e Germania.  "E' una questione aperta se altri Paesi dovessero domandare   sconti e correzioni, o c'è un meccanismo che vale per tutti in un   senso o in un altro o per nessuno - ha detto in una conferenza stampa   al termine del Consiglio affari generali - Non amiamo l'idea ma non la  escludiamo, ma ad un certo punto bisogna arrivare ad un equilibrio".    L'Italia, ha ricordato il ministro, "per tanti anni è stato un   beneficiario netto (ricevendo più di quello versava, ndr), pensiamo   sia nostro dovere contribuire oggi al buon funzionamento del   bilancio". Dunque, "non ci tiriamo indietro dal nostro ruolo di   contributore netto, ma pensiamo che debba essere equilibrato e   proporzionato alla situazione reale del nostro Paese, che non è   necessariamente migliorata" rispetto a quella del 2007, quando è   stato negoziato l'attuale quadro finanziario pluriennale. Dunque, ha   auspicato infine Moavero, "noi speriamo di non arrivare ad uno   squilibrio eccessivo, questo è il nostro obiettivo". Tentativo di mediazione La Commissione europea ha chiesto di stanziare 1.047 miliardi, circa l'uno per cento della ricchezza prodotta dall'Ue, in sette anni divisi per 28 (dato che da luglio ci sarà anceh la Croazia). Molti di questi soldi rientrano nelle casse degli Stati soprattuitto, come finanziamenti a programmi comunitari. Ma davanti a questa proposta c'è sta la rivolta dei Paesi del Nord, in testa la Gran Bretagna di Cameron. L'Italia vuole pagare ma vuole in qualche modo mettere dei paletti fare in modo che la cifra che paga in più rispetto a quello che rientra come investimento comunitario non superi 5 miliardi attuali. Van Rompuy sta lavorando per una mediazione che potrebbe essere per 80 miliardi in meno rispetto a quelli proposti dalla Commissione ma ieri si è spiegato che comporterebbe un taglio reale nei sette anni di 24 miliardi.    

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