Barilla: accordo con Confagricoltura Padova per una pasta sempre più italiana (2)
(AdnKronos) - “Da Conselve a Montagnana abbiamo molte zone che producono frumento duro – spiega il presidente Michele Barbetta, che coltiva anche seminativi -. Industria alimentare e agricoltori devono collaborare per aumentare la qualità e concentrarne l'offerta, garantendo la tracciabilità di tutta la filiera e valorizzando l'immagine della pasta italiana. Nell'era della globalizzazione molti agricoltori, schiacciati dall'andamento dei prezzi della materia prima, non considerano più conveniente investire nella semina di grano duro. I contratti di filiera rappresentano un modo per garantire ai produttori agricoli un reddito soddisfacente in un periodo di medio termine, mettendoli così al riparo dalle oscillazioni dei mercati, e consentendo loro di operare investimenti e programmare la produzione”. Secondo Barilla “investire per migliorare il grano italiano va a vantaggio del consumatore, dell'agricoltura italiana e dell'ambiente, perché adottare pratiche agricole più sostenibili e sviluppare nuove varietà di grano sono enormi spinte per la competitività del territorio”. Il prodotto italiano sarà competitivo rispetto ai grandi di importazione e avrà anche le caratteristiche ideali per una pasta “top quality”. La superficie coltivata a frumento duro nel 2017 in Veneto, secondo i dati di Veneto Agricoltura, ha subito una forte contrazione, scendendo a 14.650 ettari (-33%). Rovigo si conferma la prima provincia, con oltre il 60% circa delle superfici coltivate a livello regionale, pari a circa 9.000 ettari (-30%), seguita da Verona (2.860 ettari, -32,4%) e Padova (1.600 ettari circa, -38%). Nonostante il miglioramento della resa, la consistente diminuzione degli ettari messi a coltura ha limitato la produzione complessiva finale, stimata a livello regionale in circa 96.400 tonnellate (-20,5% rispetto all'anno precedente).