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Mario Draghi ci salva ancora: stop al Quantative easing? "Vediamo a dicembre"

Cristina Agostini
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Avvertimento ai Paesi ad "alto debito", Italia compresa, da parre di Mario Draghi. Il presidente della Banca centrale europea ha avvisato che il debito non va ulteriormente aumentato, e tantomeno lo spread. "La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock, che siano auto-prodotti mettendo in forse le regole dell'Unione monetaria, o importati tramite il contagio. Finora, l'aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato". Leggi anche: Allarme spread, Mattarella convoca Salvini e Di Maio Anche se i rischi al momento sembrano "bilanciati" e la frenata della crescita nell'Eurozona è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce dovrà "monitorare attentamente" i rischi posti dalla "guerra dei dazi" e l'inflazione di base "deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente". Un cambio di tono, insomma, quello del presidente della Bce, che potrebbe avere ripercussioni sull'addio al Quantative easing programmato a fine dicembre. In sostanza, se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi la Bce procederà come stabilito. Ma "il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate" e dunque - ha detto il presidente della Bce allo European Banking Congress a Francoforte - "quando l'ultima serie di proiezioni sarà disponibile alla nostra prossima riunione di dicembre, saremo in una posizione migliore per effettuare una valutazione completa dei rischi per la crescita e l'inflazione". E, ha concluso, "se le condizioni finanziarie o di liquidità dovessero stringere indebitamente o se le prospettive di inflazione dovessero deteriorarsi, la nostra funzione di reazione è ben definita. Ciò dovrebbe a sua volta riflettersi in un adeguamento nel percorso previsto dei tassi di interesse futuri".

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