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Pensioni, punito anche chi prende 1.200 euro netti al mese: le cifre del salasso

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Davide Locano
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Ormai non è certo un mistero, questa manovra punisce i pensionati. Non solo le pensioni d'oro. Già, perché per il governo gialloverde anche chi incassa un assegno da 2.500 euro lordi va punito. Altro che l'Arpagone di Molière citato da Giuseppe Conte in conferenza stampa. Nel dettaglio verranno puniti cinque milioni e mezzo di pensionati: il sacrificio che impone loro il governo sulla rivalutazione parziale delle pensioni all'inflazione non è trascurabile, così come vanno dicendo. In tre anni perderanno 3,6 miliardi al lordo delle tasse. Due miliardi e duecento milioni netti. E poi da lì e per sempre, come sottolinea Repubblica, 1,2 miliardi all'anno, cifra netta. Nel primo triennio di fatto si accolleranno il 10% di Quota 100. Soldi, soldi veri. Altro che taglietti. Leggi anche: Pensioni, vergogna-Conte: umilia gli anziani che protestano La verità è che la manovra fa cassa sulle pensioni medie, salvando solo gli assegni fino a 3 volte il minimo: 1.522 euro lordi. Per loro la rivalutazione continuerà a essere piena. Dunque, parola alle ultime stime, quelle dell Spi-Cgil: i quasi quattro milioni di pensionati che prendono tra 1.500 e 2.500 euro lordi (ovvero tra 1.200 e 1.900 euro netti, altro che ricchezza) contribuiranno alla causa dei conti pubblici con 780 milioni di euro in tre anni, quasi un quarto del gettito atteso totale. E il nuovo taglio si cumula, dunque ogni anno le pensioni da rivalutare saranno sempre più basse rispetto al previsto. Risultato? Ovvio: si ampliano tagli, perdite e decurtazioni. Nei primi tre anni il taglio oscillerà tra i 300 e i 1.600 euro al mese. Se a Giuseppe Conte sembrano pochi, probabilmente, è perché è abituato a disporre di cifre che gli italiani non hanno mai visto.

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