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Menarini rialza stime crescita 2019 per stabilimento russo di Kaluga

AdnKronos
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Mosca, 1 set. (Adnkronos) - (dall'inviata Andreana d'Aquino) - Berlin-Chemie Menarini espande i margini di produzione e fatturato sul mercato russo. E, dopo aver archiviato il 2018 con 322 milioni di euro di fatturato, nella Federazione Russa la controllata 100% del Gruppo Menarini rialza le stime e conta di chiudere l'anno in corso con una crescita del 2,7% dei ricavi, toccando i 331 milioni di euro. Per la multinazionale, il 2019 in Russia sarà scandito anche da un incremento della produzione di compresse pari al 170%, passando così da 100 a 270 tonnellate, e da una crescita del packaging pari a un +50%. Il risultato soddisfa il Cfo di Berlin-Chemie Menarini, Attilio Sebastio che, incontrando in Russia una delegazione di giornalisti italiani, ha presentato i dati mostrandosi convinto che questa espansione sia anche una "risposta all'investimento da 44 milioni di euro" che la controllata del gruppo Menarini basata a Berlino ha messo in atto nell'area più europea della Russia, a 150 chilometri da Mosca. Il colosso farmaceutico fiorentino ha infatti realizzato da zero un importante stabilimento produttivo a Kaluga, una delle unità territoriali russe che conta un elevato tasso di industrializzazione nei settori spaziale, farmaceutico e anche dell'automotive. Proprio in quest'area, inoltre, è sorta la prima città russa della scienza e si sviluppa un importante cluster universitario. L'area di Kaluga, dunque, sembra rispecchiare pienamente quell'interesse dimostrato dalle diplomazie industriali italiana e moscovita nella prima visita, a luglio scorso, a Roma del presidente Vladimir Putin. A dare inizio all'insediamento di Kaluga è stato il contratto firmato nel 2010 fra il governatore della regione, Anatoly Dmitriyevich, e lo storico patron di Menarini Alberto Sergio Aleotti che ha dato la spinta iniziale all'internazionalizzazione del Gruppo, oggi nelle mani dei figli Lucia e Alberto Giovanni Aleotti. Quel giorno di dieci anni fa, a presenziare alla firma del contratto c'era l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi: nel 2014 diventerà premier del nostro Paese. Dalla firma dell'accordo all'inizio della costruzione dello stabilimento è passato un anno, il confezionamento dei medicinali è partito nel 2013 e la prima pasticca interamente made in Kaluga è arrivata nel 2017. Nello stabilimento, dalla cardiologia all'endocrinologia, Berlin Chemie Menarini produce a Kaluga esclusivamente compresse, ed il sito "ci sta dando soddisfazioni" ha osservato ancora Sebastio sottolineando che per il 2019 si valuta "una crescita sia di nuclei che del packaging". Alla fine di quest'anno, la controllata del Gruppo Menarini conta di salire ad una produzione di 272 tonnellate di compresse, con un rialzo del 170% sulle 100 tonnellate registrate nel 2018. Anche la produzione di blister, che nel 2018 è stata di 40 milioni, salirà nel 2019 a 64,2 milioni a fronte di una capacità massima di 120 milioni. "Le stime di sviluppo di questa startup, per quanto ancora moderate, ci rendono però orgogliosi per un investimento che ha reso quanto le nostre aspettative" ha argomentato il direttore Amministrazione e Finanza di Berlin-Chemie Menarini. Ma Kaluga può fare "di più e meglio visto che la nostra capacità produttiva è di 350 tonnellate di prodotti l'anno" ha aggiunto Attilio Sebastio che dalla sede di Berlino segue costantemente l'evoluzione dello stabilimento russo. Quest'anno il sito "potrà raggiungere l'80% della sua capacità di produzione di compresse ed il 50% della sua capacità del packaging" ha calcolato in dettaglio Sebastio annunciando l'arrivo a Kaluga di "altre sette formulazioni che nel prossimo biennio ci faranno raggiungere il massimo della capacità produttiva". Sebastio infine ha rimarcato il valore non solo industriale ma "strategico" del sito di Kaluga e del "suo contributo" allo sviluppo di Menarini che conta su un fatturato mondiale del Gruppo pari a 3,6 miliardi di euro, di cui circa la metà realizzata nel perimetro di Berlin Chemie-Menarini nel cui hub ricadono 31 Paesi del mondo, fra cui il mercato russo.

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