Crisi: Confapi Veneto, si riparta dal mattone
Vicenza, 2 feb. (Adnkronos) - "I numeri prima di tutto. E i numeri dicono che, al contrario di quanto da più parti si sostiene, anche il 2014 sarà un anno di recessione: le prime proiezioni parlano di un aumento dei fallimenti in regione tra il 6 e l'8% nei prossimi dodici mesi, con un ulteriore ricorso alla Cassa integrazione. Il tutto dopo un 2013 in cui il credit crunch ha toccato livelli record, con un calo degli impieghi bancari alle imprese del Veneto di 4 miliardi e 180 milioni di euro (dati Bankitalia) rispetto all'anno precedente. Un quadro che non si può fingere di ignorare". A sottolinearlo Patrizia Barbieri presidente di Confapi Industria Veneto. "Sul territorio la tanto sbandierata ripresa non si sente. In particolare le piccole e medie imprese, che hanno risentito i segnali della crisi più tardi rispetto a quelle di grosse dimensioni, difficilmente torneranno a vedere il segno positivo prima del 2015", afferma Patrizia Barbieri, tracciando un bilancio a cavallo tra l'anno passato e quello che ci attende. "Ma come si può rilanciare l'economia del territorio? E' evidente che nessuno possiede la bacchetta magica. Ma è altrettanto chiaro che se il Governo non defiscalizza il costo del lavoro non sarà possibile ripartire. Può sembrare un paradosso ma, di fatto, un lavoratore assunto oggi, domani entrerà già nella spirale degli ammortizzatori sociali, che sono un pesante onere per lo Stato. E allora tanto vale ridurre subito a zero il suo costo - continua Barbieri - Mettiamoci nei panni dell'imprenditore che oggi ha bisogno di assumere: gli conviene farlo se sa già che fra tre o sei mesi non avrà più necessità di manodopera? La risposta non possono essere i contratti a termine e di apprendistato, che, ci risiamo, hanno costi troppo alti. Non solo: con la stessa celerità con cui va abbattuto il costo del lavoro serve la defiscalizzazione degli investimenti manifatturieri. Non si può pretendere in questo momento che un imprenditore investa se sa che farlo gli costa il doppio".(segue)