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Padoan: Cosa deve fare l'Italia nel semestre europeo

di Lucia Esposito domenica 27 aprile 2014

2' di lettura

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan mette sotto accusa  l'Europa. Nel suo libro "La diversità come ricchezza"  in uscita per Einaudi, Padoan si chiede se si può arrivare alll'unità politica dell'Europa, se ci sentiamo davvero europei. La risposta è no. Spiega come per i Paesi terzi (americani, cinesi, giapponesi, brasiliani o indiani) non c'è nessuno che considera la Ue come interlocutore politico-economico credibile.  "Per loro continuano ad esistere la Germania, la Francia, l'Italia". Scrive: "La costruzione europea potrà avere un futuro solido solo a condizione di difenderla in modo razionale, spazzando via luoghi comuni che hanno finito per renderla poco credibile e mostrandone tutti gli elementi di gracilità". Secondo Paodan "serve un nuovo contratto per l'Europa". Un contratto in cui - come si legge su Repubblica - i Paesi del nord calvinista e quelli del Sud rinegoziano il patto comune, scambiando il rafforzamento dell'unione bancario con l'allentamento dei vincoli di bilancio". Secondo Padoan l'Italia deve sfruttare l'occasione del semestre europeo per proporre e guidare questo processo di cambiamento che deve e può portare ricchezza e lavoro in un continente stremato dalla crisi. I Paesi del Nord dovrebbero accelerare la creazione dell'Unione bancaria e dotarla di adeguate risorse comuni per la risoluzione della crisi: i Paesi del Nord accettano di accelerare la creazione dell'unione bancaria e di dotarla di adeguate risorse comuni per la risoluzione della crisi; i paesi del Sud accettano di stipulare contratti di programma con la Commissione europea che contengano riforme strutturali in cambio di un allentamento degli obiettivi di bilancio pubblico".  L'italia e il suo peso - Il ministro dell'Economia si sofferma poi sul ruolo della Germania, che è il Paese più forte d'Europa ma non è la potenza egemone. "Malgrado la sua supremazia economica sia cresciuta, anche durante la crisi, la Germania non può imporre unilateralmente le sue soluzioni". E ancora: "Una funzione egemonica è stata svolta per decenni dall'asse Germania-Franhcia ma la debolezza della Francia ha minato alla radice questo vecchio "motore dell'integrazione". Per Padoan quindi un nuovo contratto potrebbe essere promosso soltanto da un gruppo di Paesi tra i quali non può mancare l'Italia, uno dei soci fondatori della Comunità economica europea.  Padoan ricorda infatti che l?Italia è il terzo Paese per peso economico. 

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