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Moody's declassa i nostri titoli di Stato da A3 a BAA2, due gradini sopra il livello spazzatura. Leggi il testo dell'agenzia di rating

di Leonardo Diana domenica 15 luglio 2012

3' di lettura

Ecco i passaggi salienti del documento con cui l'agenzia di rating americana Moody's ha declassato i titoli di Stato italiani.   La decisione di declassare l'Italia riflette i seguenti fattori:  1) L'italia rischia di vivere nuovamente un aumento dei costi finanziari e una nuova perdita di accesso ai mercati che segue il precedente declassamento di cinque mesi fa dovuto alla fragile situazione dei mercati e all'elevato rischio contagio emanato da Grecia e Spagna che marca la sfiducia degli investitori nei titoli di Stato 2) Le previsioni dell'ultimo periodo sono ulteriormente peggiorate, come manifesta il crescente tasso di disoccupazione che ha portato al fallimento degli obiettivi fiscali prefissati dal Governo. Il fallimento di questi obiettivi potrebbe influire spingendo i mercati a non avere più fiducia verso il Paese, provocandone addirittura uno stop definitivo. Allo stesso tempo, Moody's sottolinea che l'attuale titolo Baa2 è supportato dal significante credito relativo alle altre aree dell'Eurozona.  Il primo elemento che ha portato Moody's al declassamento è che l'Italia resta un paese con un elevato rischio di fallimento. Con questo declassamento, Moody's crede che la normalizzazione del debito sovrano potrebbe avvenire tra qualche anno e i rischi default, per il nostro Paese, persisteranno ancora. Oltretutto, gli eventi che hanno travolto la Grecia dai primi mesi del 2012 hanno ulteriormente danneggiato la nostra situazione aumentando notevolmente la possibile uscita della Grecia dall'Eurozona. Il secondo fattore che ha portato al declassamento è il deterioramento dell'economia dell'Italia, contribuito dal fallimento delle politiche fiscali del Paese. Moody's sta nuovamente cercando di far pressione affinché l'Italia possa riuscire a raggiungere i suoi obiettivi in materia fiscale. I governi italiani devono essere in grado di raggiungere e rispettare gli obiettivi di bilancio almeno entro il 2015, due anni più tardi rispetto alla data di approvazione del pacchetto delle misure fiscali prese nel dicembre 2011. Gli sforzi dell'attuale governo Monti hanno visto una forte e strutturale riforma del sistema fiscale ammmorbidento legegremente la pressione dei mercati sul Paese. Moody's riconosce gli sforzi del Governo affermando che queste nuove politiche possono essere lungimiranti negli anni. Ma nonostante gli sforzi, il mancato raggiungimento degli obiettivi ci ha portato a dichiarare che i rischi per l'Italia sono ancora evidenti.  Cosa potrebbe muovere il rating verso il basso. I titoli di rating italiani potrebbero scendere ulteriormente in relazione ad un nuovo deterioramento dell'economia. Un ulteriore declassamento è da attribuire alla problematica situazione dell'Eurozona. L'accesso ai mercati dell'italia potrebbe essere forzato con un nuovo aiuto dall'esterno.  Una buona attuazione delle riforme economiche e fiscali potrebbe davvero portare alla crescita del paese con una nuova e stabile visione dell'Italia. Come conseguenza del declassamento, Moody's ha inoltre tenuto il massimo livello di rating che può essere assegnato alla domestica emittente in Italia. Il basso tetto dell'Italia riflette l'aumento del rischio crisi economica e finanziaria. La nuova soglia nazionale dell'Italia riflette la decisione di Moody's, il rischio di instabilità economica del Paese è aumentato notevolmente. Il debole stato di salute del sistema ecomonico dell'italia è vulnerabile e potrebbe essere vittima di un successivo stop dei finanziamenti per alleggerire il pericolo debito pubblico. Infine, il taglio rifeltte il rischio legato agli ultimi eventi di default assoluto. Se il rating del Governo italiano dovesse scendere ancora, la soglia del paese potrebbe essere rivalutata.                         

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