Ilva: Ecodem, necessarie misure non ordinarie, Governo attui Linea Detroit

venerdì 30 novembre 2012
Ilva: Ecodem, necessarie misure non ordinarie, Governo attui Linea Detroit
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Roma, 28 nov. (Adnkronos) - "La vicenda dell'Ilva e', con tutta evidenza, una situazione eccezionale, che richiede misure non ordinarie. Chiudere l'impianto sarebbe semplicemente una follia. Il Governo abbia il coraggio di non scegliere scorciatoie e segua quella che potremmo definire 'la linea Detroit'". Cosi' commentano i senatori Ecodem del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, la situazione dell'impianto siderurgico. 'La linea Ditroit', spiegano Della Seta e Ferrante, "negli Usa ha portato ad evitare la bancarotta di un settore rilanciando il mercato dell'auto". "Prima che si innesti un tragico effetto a catena sul gia' non solidissimo settore siderurgico italiano - proseguono gli esponenti Ecodem del Pd - si mettano sul tavolo le risorse per tenere in piedi l'Ilva, senza cedere al ricatto insensato di sacrificare salute e ambiente per il lavoro. Come e' adesso latitante Riva, vero grande responsabile della situazione dell'Ilva, cosi' lo e' stata purtroppo per anni la politica. Sbalordisce - continuano i senatori del Pd - che si voglia alimentare un ipotetico conflitto della magistratura con le forze produttive o con la politica stessa". "Non scomodino Montesquieu coloro che parlano di intervento indebito dei giudici nelle scelte del legislatore: qui si tratta unicamente di trovare le modalita' per tenere aperto lo stabilimento, seguendo le linee e le procedure che si seguono in impianti di analoghe dimensioni in tutto il mondo, dalla Germania alla Corea", incalzano ancora. "L'emergenza e l'eccezionalita' del caso e' lampante. Se Riva continua a fuggire dalle sue responsabilita' bisogna avere il coraggio di prendere in considerazione l'ipotesi di un intervento diretto dello Stato nelle operazioni di bonifica, ma anche - concludono - un'azione rapida e profonda di miglioramento tecnologico del processo produttivo e di risanamento ambientale, rivalendosi sulle stesse quote azionarie della proprieta'".